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La Russia amplia la presenza in Libia riattivando una base al confine con Ciad e Sudan

(Roma, 14 gennaio 2025). Si apre una nuova fase dell’espansione russa nel continente africano, dopo la perdita delle posizioni in Siria a seguito della caduta del regime di Bashar al Assad

La Russia sta ampliando la sua presenza militare in Libia trasferendo uomini ed equipaggiamenti nella base di Maaten al Sarra, al confine con il Ciad e il Sudan. Lo riferiscono fonti libiche ben informate ad “Agenzia Nova”. Situata in una posizione strategica, questa base area, utilizzata durante la guerra libico-ciadiana degli anni ’80, è ora al centro di un’importante operazione russa per rafforzare il controllo sulla regione del Sahel, una zona sempre più al centro degli interessi geopolitici di Mosca.

A dicembre 2024, la Federazione Russa ha inviato un gruppo di militari siriani in fuga da Hay’at Tahrir al Sham per rimettere in funzione la base, con l’obiettivo di trasformarla in un punto strategico per le operazioni militari in Africa, da cui rifornire direttamente il Mali, il Burkina Faso e, potenzialmente, il Sudan. Questo segna una nuova fase nell’espansione russa nel continente africano, dopo la perdita delle sue posizioni in Siria a seguito della caduta del regime di Bashar al Assad.

La Russia sta intensificando il suo coinvolgimento in Libia, trasferendo equipaggiamenti militari tramite decine di voli tra Bengasi e la base di Latakia in Siria. Negli ultimi mesi Mosca ha ampliato la sua presenza nel Paese nordafricano, rafforzando le sue operazioni nelle sue quattro principali basi aeree: la base di al Khadim, nell’est del Paese; la base di al Jufra, nel centro; la base di al Brak al Shati, a sud-ovest di Sebha, capoluogo della regione di Fezzan; e la base di Al Qurdabiya, a Sirte, nella zona centro-settentrionale. Queste basi ospitano una varietà di attrezzature militari, tra cui difese aeree, caccia MiG-29 e droni, e sono gestite da una contingente misto di militari russi e mercenari del gruppo Wagner, lontano dalla supervisione delle autorità libiche.

Secondo le fonti di “Nova”, Mosca ha recentemente ampliato la sua presenza con una nuova base militare, per l’appunto quella di Maaten al Sarra, in una zona che ha storicamente avuto un’importanza strategica. Le medesime fonti riferiscono che, a dicembre 2024, la Russia ha trasferito ingenti quantità di equipaggiamenti militari e inviato nella base una forza composta da ufficiali e soldati siriani, molti dei quali erano stati precedentemente dispiegati in Siria e hanno lasciato il Paese dopo la caduta del regime di Assad.

I militari siriani, insieme ai tecnici russi, hanno iniziato a rimettere in funzione la base, ripristinando infrastrutture come le piste di atterraggio e i magazzini. Tuttavia, la base necessita ancora di nuove strutture, tra cui abitazioni, magazzini, torri di controllo e recinzioni di sicurezza. Nonostante ciò, le fonti affermano che i lavori non richiederanno molto tempo e che la Russia ha già iniziato a prendere il controllo di una base che era rimasta abbandonata per anni nel deserto libico.

La base di Maaten al Sarra è destinata a diventare un centro logistico chiave per le operazioni russe in Africa, e uno snodo importante per il flusso di rifornimenti diretti verso altre aree del Sahel, in particolare verso il Mali e il Burkina Faso, dove la Russia ha già consolidato la sua presenza militare. Inoltre, la base è anche strategica per la protezione delle rotte di approvvigionamento verso il Sudan, un Paese che sta vivendo una grave instabilità interna.

Secondo le fonti di “Nova”, un importante convoglio militare della Brigata Tariq bin Ziyad – affiliato al capo di Stato maggiore delle Forze di terra dell’Enl, Saddam Haftar – si è recentemente diretto verso Maaten al Sarra per assicurare la zona e proteggere le rotte verso il Sudan, inclusi i rifornimenti di armi e carburante che partono dal porto di Tobruk, nel nord-est della Libia, e arrivano fino al Sudan.

Nonostante la crescente presenza militare russa nella regione, le fonti di “Nova” sottolineano che Mosca ha preso le distanze dalle Forze di supporto rapido (Rsf), il gruppo paramilitare sudanese comandato dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemeti. La Russia, infatti, ha sviluppato legami più stretti con il generale Abdel Fattah al Burhan, capo delle Forze armate sudanesi (Saf), mentre i legami con Hemeti si sono raffreddati in seguito alla morte del leader del gruppo Wagner, Jevgenj Prigozhin, avvenuta nel 2023. Sia come sia, le fonti precisano che i russi non si oppongono al flusso di rifornimenti che dal territorio libico arriva alle forze di Hemeti.

Un altro aspetto significativo dell’operazione russa in Libia è la crescente connessione con le comunità tribali del Fezzan, una regione desertica nel sud della Libia che si estende verso il Ciad e il Niger. I russi hanno saputo intrecciare alleanze con tribù locali, in particolare quelle che controllano le aree di confine, per rafforzare la loro posizione strategica e accedere alle ricchezze naturali, come le miniere d’oro delle montagne di Kalanga. Queste miniere, che si trovano in una zona controllata dalle tribù Tebu, sono una risorsa preziosa per la Russia, che ha intensificato la sua presenza nella regione.

(Nova News)

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