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Libano : dopo l’euforia, la delusione ?

(Roma, Beirut, 13 gennaio 2025). Dopo l’euforia suscitata dall’elezione del generale Joseph Aoun alla presidenza della Repubblica e, soprattutto, dalla sua dichiarazione d’investitura, che ha ridato immensa speranza ai libanesi, questi temono la riconferma del primo ministro uscente Najib Mikati. Questo scenario rischierebbe di vanificare la ripresa del Paese e di mantenere al potere la «mafia»

Ancor prima della fine delle consultazioni obbligatorie condotte questo lunedì 13 gennaio dal nuovo presidente Joseph Aoun, i libanesi esprimono incomprensione riguardo alla scelta di alcuni deputati delle cosiddette «forze del cambiamento», provenienti dalla società civile e saliti alla ribalta grazie alla rivolta del 17 ottobre 2019, che li ha portati in Parlamento in nome del cambiamento. Si tratta, in particolare, dei deputati Ghassan Skaf, Jean Talouzian, Bilal Houchaimy e Abdel Rahman Al-Bizri, che hanno scelto di sostenere la riconferma di Najib Mikati alla guida del governo, mentre tutta l’opposizione sovranista e riformista propone il giudice della Corte Internazionale di Giustizia Nawaf Salam per lo stesso incarico.

A Beirut, la scelta di questi quattro deputati rimane incomprensibile e suscita vergogna e disgusto. Si chiede come mai dei deputati eletti, simbolo del cambiamento, scelgono di mantenere il simbolo della corruzione alla guida del governo ? Hanno forse ottenuto promesse di partecipazione al prossimo governo? Sono stati sottoposti a pressioni da parte delle forze del blocco (Hezbollah e Amal) per sabotare il programma del presidente, intrinsecamente sovranista, ancor prima del suo lancio ? Sono stati influenzati da potenze straniere con interessi economici legati a Mikati e Hezbollah ?

Tutte queste domande sono legittime, ma i libanesi non hanno trovato risposte soddisfacenti. Resta il fatto che questi deputati irresponsabili dovranno rendere conto della loro scelta agli elettori nelle prossime elezioni legislative. Nel frattempo, vengono etichettati con termini come «traditori», «vergognosi», «venduti», per citarne solo alcuni.

Di Sanaa T.

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