(Roma, 17 dicembre 2024). Le notizie, che da ore si fanno sempre più insistenti, riferiscono di un’intesa a portata di mano. Hamas parla di negoziato «positivo e serio»
Un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi potrebbe essere vicino. Le notizie, che da ore si fanno sempre più insistenti, riferiscono di un’intesa a portata di mano. Hamas parla di negoziato « positivo e serio » e definisce l’accordo « possibile se Israele cesserà di porre nuove condizioni ». Nel pomeriggio l’agenzia Reuters diffonde la notizia secondo cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe in viaggio verso il Cairo con l’obiettivo di chiudere.
L’indiscrezione viene smentita a stretto giro dal portavoce del premier israeliano e da fonti diplomatiche egiziane, mentre i media diffondono la notizia secondo cui Netanyahu è stato impegnato in un briefing sul Monte Hermon, una posizione strategica di Israele che domina Damasco al confine con la Siria, con i vertici dell’esercito e dei servizi segreti. Che le voci su un’intesa vicina siano non del tutto infondate lo conferma anche Washington. « Crediamo che ci stiamo avvicinando a un accordo di cessate il fuoco a Gaza », ha detto il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.
« Crediamo, e gli israeliani lo hanno detto, che ci stiamo avvicinando, e non c’è dubbio, ci crediamo, ma siamo anche cauti nel nostro ottimismo », ha aggiunto. La trattativa dunque prosegue con la mediazione del Qatar, coinvolto per mesi insieme a Usa ed Egitto in trattative dietro le quinte per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni delle diverse parti, Hamas e altre milizie palestinesi sono più possibiliste riguardo a una fine più lenta e graduale dei combattimenti, mentre i colloqui sarebbero incentrati sul numero di ostaggi da rilasciare in una prima fase. I punti critici che hanno fatto naufragare i precedenti colloqui, tra cui la presenza di truppe israeliane nei cosiddetti corridoi di Philadelphia e Netzarim all’interno di Gaza, sembrano essere stati per ora accantonati, scrive il Guardian.
E mentre aumenta il bilancio delle vittime a Gaza, che secondo i numeri forniti dalle autorità della Striscia governata da Hamas ha superato quota 45 mila, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha affermato che le forze dello Stato ebraico manterranno il « controllo di sicurezza » sulla devastata Striscia di Gaza anche dopo la fine della guerra, e che i soldati israeliani potranno agire con « piena libertà di azione » sul territorio.
Sul fronte siriano, un funzionario dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha affermato che si prevede che circa un milione di rifugiati siriani faranno ritorno nei primi sei mesi del 2025, con migliaia di persone già rientrate nel Paese, principalmente dalla Turchia, dal Libano e dalla Giordania.
Di Massimo Maugeri. (AGI)