(Roma, 13 dicembre 2024). La sinistra di Melenchon annuncia una mozione di sfiducia. Le Pen saluta la nuova nomina con riserva: « Torniamo subito al lavoro, ma il prolungamento del macronismo può portare solo all’impasse »
Il nuovo premier della Francia è il centrista Francois Bayrou. Prima della comunicazione ufficiale del nome del nuovo capo di governo, annunciata dall’Eliseo, il presidente Emmanuel Macron lo ha ricevuto per quasi due ore. Bayrou succede quindi a Michel Barnier, che si era dimesso dopo la mozione di sfiducia votata dal Parlamento. Il neopremier ha detto che « è necessaria la riconciliazione del Paese ». Immediata la reazione della sinistra di Melenchon che ha annunciato una nuova mozione di sfiducia. Marine Le Pen ha salutato la nuova nomina e ha invitato a riprendere l’attività politica per chiudere in tempo il Bilancio, anche se, ha ammesso, « il prolungamento del macronismo può portare solo all’impasse ».
« Riconciliare il Paese »
Subito dopo la sua nomina, Bayrou ha assicurato che « c’è un cammino da fare insieme » verso la « necessaria riconciliazione » del Paese. E ha spiegato: « Tutti possono vedere la difficoltà del compito. Tutti si dicono che c’è un cammino da trovare per riunire le persone invece di dividerle. Penso che la riconciliazione sia necessaria ».
« Davanti a noi l’Himalaya del deficit »
« Non ignoro nulla dell’Himalaya che si erge davanti a noi », ha detto ancora il premier designato, evocando la necessità di risanare i conti pubblici, nel passaggio di consegne a Matignon con il premier uscente Barnier. « Nessuno più di me conosce la difficoltà della situazione » politica e di bilancio del Paese. Il deficit della seconda economia della zona euro, ha avvertito, « è una questione che pone un problema morale, non solo finanziario ». Dopo la Manovra fallita di Barnier, Bayrou dovrà ora proporre una legge di Bilancio in grado di trovare una maggioranza in parlamento.
La sinistra annuncia una nuova mozione di sfiducia
Mathilde Panot, dirigente de La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ha già proclamato che il suo partito presenterà subito « una mozione di sfiducia » contro il governo Bayrou. « Un’altra candidatura per la proroga di Emmanuel Macron. Due scelte chiare sono a disposizione del Paese: la continuità della politica di sventura con Francois Bayrou o la rottura. I deputati avranno due scelte: il sostegno al salvataggio di Macron o la censura. Abbiamo fatto la nostra », ha scritto su X la Panot.
Rassemblement national: « Non ci sarà una sfiducia a priori »
Dopo la nomina di François Bayrou a primo ministro, Jordan Bardella, presidente di Rassemblement national, ha assicurato che « non ci sarà alcuna sfiducia a priori » da parte del suo partito di estrema destra. Bardella ha poi invitato il nuovo primo ministro a « prendere in considerazione la nuova situazione politica » e a « comprendere che non ha né legittimità democratica né maggioranza nell’Assemblea nazionale, il che presuppone un dialogo con tutte le forze rappresentate in Parlamento ».
I comunisti francesi : « Una brutta notizia »
« La nomina di François Bayrou come primo ministro è una brutta notizia », ha commentato Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito comunista francese. « Si ostinerà a voler imporre una politica che ha fallito e che è stata sanzionata? », si è chiesto su X Roussel, aggiungendo: « Noi chiediamo un cambiamento di direzione politica, il rispetto del Parlamento e un governo che non metta la fiducia » per far passare le leggi.
Gozi: « Bayrou l’uomo dell’equilibrio »
« L’incarico di primo ministro affidato a François Bayrou è una scelta saggia e lungimirante da parte del presidente Emmanuel Macron. Nella sua lunga carriera politica, François Bayrou ha dimostrato di essere un uomo del dialogo, dell’equilibrio e della visione, qualità oggi più che mai indispensabili per affrontare le sfide complesse che attendono la Francia ». Lo ha affermato in una nota l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi. « La scelta mi rende inoltre particolarmente orgoglioso anche in qualità di segretario generale del Partito democratico europeo, di cui Bayrou è fondatore e presidente dal 2004 », ha osservato il liberale, evidenziando che « con il suo impegno costante nel costruire ponti tra le diverse forze politiche e la sua capacità di interpretare al meglio lo spirito della Quinta Repubblica, Bayrou incarna appieno il ruolo cruciale rappresentato dalle forze centrali in un panorama sempre più polarizzato e saprà favorire la collaborazione tra schieramenti differenti, promuovendo coesione e unità in un parlamento frammentato ».
Chi è Francois Bayrou
Settantatré anni, centrista, uomo di mediazione. Questo il profilo di François Bayrou, il politico di lungo corso scelto dal presidente francese Emmanuel Macron per cercare di portare l’esecutivo transalpino fuori dall’impasse in cui s’è ritrovato in seguito alle elezioni politiche vinte dalla sinistra e con una forte avanzata anche delle destre. Nato da famiglia di agricoltori, è laureato in lettere classiche ed è stato anche insegnante di liceo. Cattolico praticante, è stato presidente del Centro dei democratici sociali, la democrazia cristiana francese, ed è deputato dell’Assemblea nazionale dal 1986.
E’ stato ministro dell’Educazione nazionale sotto i governi Balladur (1993-1995) e Juppé (1995-1997). Vicepresidente dell’Internazionale Democratica Cristiana (IDC), dopo aver aderito inizialmente al Partito popolare europeo (di cui è stato vicepresidente), nel 2004 ha co-fondato il Partito democratico europeo e ne è stato co-presidente insieme a Francesco Rutelli. E’ stato più volte candidato alle presidenziali, la prima volta nel 2002. Nel 2007 è stato cofondatore del Movimento democratico (MoDem). Nel 2017 ministro della Giustizia, ma si è dovuto dimettere per lo scandalo degli impieghi fittizi all’Europarlamento.