(Roma, 06 dicembre 2024). Le fazioni locali siriane hanno preso il controllo di circa l’80 per cento della provincia di Daraa, avanzando in decine di città, paesi e villaggi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), tra i territori conquistati figurano località strategiche come Busr al Harir, Nawa, Inkhil e Mahja. L’esercito governativo, insieme ai suoi apparati di sicurezza, si è ritirato completamente da numerosi avamposti e sedi militari, concentrando la propria presenza in poche aree: Daraa al Balad, Izraa e al Sanamayn. Parallelamente a questi successi sul campo, le fazioni ribelli hanno lanciato un appello alle forze del regime e ai servizi di sicurezza presenti nella provincia, invitandoli a disertare immediatamente.
I ribelli hanno preso il controllo di altre strutture chiave, come stazioni di polizia di Jasim e la sede dell’intelligence nella provincia. Daraa, nel sud-ovest della Siria, è cruciale per la sua posizione strategica al confine con Giordania e Israele, e per il simbolismo storico: è la culla della rivolta del 2011 contro Assad. Vicina a Damasco, controllarla significa minacciare direttamente il regime. Crocevia commerciale e militare, nonché di traffici illeciti come lo smercio di Captagon, la provincia è un punto nevralgico per la stabilità regionale e teatro di resistenza locale, nonostante l’apparente riconciliazione del 2018 mediata dalla Russia.