Cosa c’è dietro la chiusura delle ambasciate a Kiev

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(Roma, 20 novembre 2024). Alcune ambasciate occidentali a Kyiv chiudono precauzionalmente dopo avvertimenti su possibili attacchi aerei russi. Decisione che causa tensioni diplomatiche con il governo ucraino

A poche ore dal “parziale via libera” dato dall’amministrazione Biden all’Ucraina per l’impiego degli Atacms contro bersagli in territorio russo, le forze di Kyiv hanno lanciato il primo attacco in profondità con questi sistemi, con obiettivo un bersaglio sito nell’area di Bryansk, oblast contiguo a quello di Kursk, in cui le truppe ucraine sono penetrate con un’offensiva lampo ad inizio agosto.

“Questo è, ovviamente, un segnale che [Kyiv] vuole un’escalation”, è stato il commento rilasciato del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov dal Brasile, durante una conferenza stampa del Gruppo dei 20, “Lo prenderemo come una nuova fase qualitativa della guerra occidentale contro la Russia. E reagiremo di conseguenza”. Dando così una risposta verbale che sembra anticipare una risposta cinetica la quale, e nello specifico un massiccio attacco aereo sulla capitale ucraina. Motivo per cui numerose ambasciate occidentali nella capitale ucraina hanno decretato la chiusura d’urgenza per mercoledì 20 novembre.

A partire da quella statunitense. “L’Ambasciata degli Stati Uniti a Kyiv ha ricevuto informazioni specifiche su un potenziale attacco aereo significativo il 20 novembre. Per eccesso di cautela, l’Ambasciata sarà chiusa e i dipendenti dell’Ambasciata sono stati istruiti a ripararsi in loco. L’Ambasciata raccomanda ai cittadini statunitensi di prepararsi a ripararsi immediatamente nel caso in cui venga annunciato un allarme aereo”, si legge in un comunicato rilasciato dallo stesso ente diplomatico.

Chiusura straordinaria anche per le rappresentanze in Ucraina di Atene, di Madrid e di Roma. “L’Ambasciata americana ha condiviso sul proprio sito informazioni circa un possibile attacco aereo ad alta intensità nella giornata di oggi 20 novembre. A scopo precauzionale, oggi l’Ambasciata a Kiev resterà chiusa al pubblico. L’Ambasciata rimane comunque operativa”, è quanto scritto al riguardo sul sito viaggiaresicuri.it

E mentre l’ambasciata di Berlino e quella di Bucarest hanno optato per una limitazione delle attività, quelle di altri Paesi hanno preferito rimanere comunque pienamente operative. Tra queste quella di Londra, quella di Tel Aviv e quella di Varsavia. “I diplomatici polacchi resteranno in servizio a Kyiv malgrado l’aumento del rischio di attacchi russi contro la capitale dell’Ucraina. Questo è un segno evidente della solidarietà della Polonia con l’Ucraina, che lotta per la libertà”, ha affermato il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski.

La scelta di chiudere le ambasciate non è stata ben accolta dal governo ucraino. “Oggi i media hanno riferito che l’ambasciata statunitense e alcune altre missioni diplomatiche in Ucraina sono passate temporaneamente al lavoro a distanza. Il ministero degli Affari esteri è in costante contatto con i partner per quanto riguarda le potenziali minacce alla sicurezza. Ricordiamo che la minaccia di bombardamenti da parte dello Stato aggressore è purtroppo una realtà quotidiana per gli ucraini da oltre mille giorni. In questo 1.001° giorno di invasione su larga scala, la minaccia dei bombardamenti russi è rilevante come lo è stata nei mille giorni precedenti. Riteniamo che sarebbe giusto che i nostri partner rispondessero il 1001° giorno nello stesso modo dei mille giorni precedenti, senza alcuna pressione informativa aggiuntiva”, è il contenuto di una nota rilasciata dal mistero degli Esteri ucraino.

Di Lorenzo Piccioli. (Formiche)