(Roma, 15 novembre 2024). Secondo un documento preparato per il ministero della Difesa ucraino, il Paese potrebbe costruire un ordigno rudimentale entro pochi mesi utilizzando plutonio estratto dai suoi reattori nucleari
Secondo un documento preparato per il ministero della Difesa ucraino e visionato dal quotidiano britannico “The Times”, l’Ucraina potrebbe costruire una bomba nucleare rudimentale entro pochi mesi utilizzando plutonio estratto dai suoi reattori nucleari. Il rapporto suggerisce che il Paese sarebbe in grado di produrre un dispositivo simile a “Fat Man” – l’ordigno nucleare lanciato su Nagasaki nel 1945 –, grazie alla sua esperienza nucleare e alla disponibilità di plutonio, nonostante abbia rinunciato al terzo arsenale nucleare più grande al mondo nel 1996. Gli autori del documento specificano che una bomba del genere avrebbe circa un decimo della potenza della “Fat Man”. “Questo sarebbe sufficiente a distruggere una base aerea russa o installazioni militari, industriali o logistiche concentrate. La resa nucleare esatta sarebbe imprevedibile poiché utilizzerebbe differenti isotopi di plutonio”, ha spiegato l’autore del rapporto, Oleksii Yizhak, capo dipartimento presso l’Istituto nazionale per gli studi strategici dell’Ucraina, un centro di ricerca governativo che agisce come organo consultivo per l’ufficio presidenziale e il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina. Tuttavia, la creazione di una bomba nucleare richiederebbe un complicato processo di implosione, che, secondo il documento, “è impegnativo ma rientrerebbe nelle capacità dell’Ucraina”.
Come riferisce il “Times”, il rapporto non è stato ufficialmente avallato dal governo ucraino, ma solleva dubbi sulla sicurezza del Paese in caso di un ritiro degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti determinato dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente, l’Ucraina potrebbe decidere di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), come previsto dal Memorandum di Budapest del 1994, il documento che garantiva la sicurezza, l’indipendenza e l’integrità territoriale del Paese in cambio della sua rinuncia all’arsenale nucleare presente sul suo territorio dopo lo scioglimento dell’Unione sovietica. “La violazione del memorandum da parte della Federazione Russa dotata di armi nucleari fornisce (a Kiev) le basi formali per il ritiro dal Tnp e ragioni morali per riconsiderare la scelta non nucleare decisa all’inizio del 1994”, si legge nel documento.