A Riad il vertice arabo sulle guerre in Medio Oriente

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(Roma, 10 novembre 2024). Da domani in Arabia Saudita i leader del mondo arabo e musulmano. Assente il presidente iraniano Pezeshkian, ci sarà il suo vice Aref. Si muove l’alleanza internazionale per spingere ad una soluzione a due Stati tra Israele e Palestina

Ileader arabi e musulmani hanno iniziato ad arrivare in Arabia Saudita per il summit in programma domani (lunedì 11 novembre) che si concentrerà sulle guerre di Israele, a Gaza e in Libano. Lo riferiscono i media statali sauditi. Il ministero degli Esteri saudita ha annunciato il vertice a fine ottobre, durante il primo incontro di una « alleanza internazionale » che spinge per una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. I partecipanti « discuteranno della continua aggressione israeliana sui territori palestinesi e sulla Repubblica libanese e degli attuali sviluppi nella regione », afferma l’agenzia di stampa ufficiale saudita. Il meeting arriva un anno dopo un incontro simile a Riad promosso dalla Lega araba con sede al Cairo e dall’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) con sede a Gedda, durante il quale i leader hanno condannato le azioni delle forze israeliane a Gaza definendole « barbare ».

Il canale di notizie statale saudita Al-Ekhbariya ha mostrato le immagini dell’arrivo a Riad del presidente nigeriano Bola Tinubu e del primo ministro libanese Najib Mikati. Atteso anche il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif. In una telefonata con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha detto che non avrebbe preso parte all’incontro a causa di urgenti « impegni di governo ». Al suo posto interverrà all’incontro il primo vicepresidente Mohammad Reza Aref.

I 57 membri dell’Oic e i 22 membri della Lega araba includono Paesi che riconoscono Israele e altri fermamente contrari alla sua integrazione regionale. Il vertice dell’anno scorso a Riad ha stentato a trovare accordi su misure economiche o energetiche che potrebbero cambiare il corso dei conflitti in atto.

(Rai News)