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Nuovi attacchi delle Idf in Libano. Khamenei : «l’unità degli Stati islamici eliminerà Israele»

(Roma, 21 settembre 2024). L’attacco dal cielo delle Idf ha impresso un durissimo colpo alla Forza Radwan, già duramente colpita a luglio e gennaio. L’organizzazione ora resta sguarnita su più fronti

Nuova ondata di raid contro obiettivi di Hezbollah in Libano, a meno di ventiquattro ore dall’attacco che ieri ha decapitato Hezbollah. Secondo alcuni video diffusi su X, i nuovi attacchi sarebbe localizzati nei pressi del fiume Litani, vicino Khardali: le Idf hanno annunciato di aver colpito oltre 100 obiettivi nemici.

In risposta all’operazione, una raffica da 100 razzi è stata lanciata dal Libano verso due caserme israeliane. La polizia ha ricevuto segnalazioni di esplosioni che hanno provocato danni e incendi, lo riferiscono le Idf spiegando che il primo lancio di razzi, avvenuto intorno alle 14 verso Safed e Kiryat Shmona, comprendeva circa 25 razzi. Secondo le Idf, nell’arco di un’ora è stata lanciata una raffica contro la zona di Arab al-Aramshe e altri sono stati lanciati verso le alture del Golan. Poco dopo le 15.00 è stata lanciata un’altra sequenza contro l’Alta Galilea.

Il bilancio del raid su Beirut

Questa mattina, all’indomani del raid israeliano su Beirut, che ha ucciso Ibrahim Aqil, comandante della forza Radwan, Hezbollah ha identificato un secondo comandante ucciso insieme ad altri 15 pezzi da novanta del gruppo. Si tratta di Ahmed Wahabi, 60 anni, che, secondo quanto riferito dal Partito di Dio, avrebbe diretto le operazioni della forza speciale fino all’inizio del 2024, arrivando a dirigere l’unità centrale di addestramento dopo la morte di Wissam Tawil, ucciso in un raid a gennaio.

Sale invece a 37 morti il bilancio dei morti, tra cui tre bambini, sette donne e tre siriani, il bilancio aggiornato dei raid israeliani di ieri. A fornirlo è stato il ministro della Sanità libanese, Firas Abiad, secondo cui si contano anche 68 feriti. Hezbollah fa sapere di aver scelto Ali Karaki e Talal Hamia al posto di Ibrahim Aqil e Fuad Shukr per la guida del Consiglio della Jihad. Lo ha reso noto il media saudita Al-Hadath, precisando che i due facevano già parte del Consiglio, composto da 7 membri. Karaki sarà il capo del comando sud di Hezbollah, responsabile delle attività militari nel Libano meridionale, Hamia sarà a capo dell’Unità 910, responsabile delle operazioni all’estero.

Gli altri alti comandanti della Forza Radwan uccisi nell’attacco sono stati identificati dall’Idf come Samer Halawi, comandante della regione costiera; Abbas Muslimani, comandante della regione di Qana; Abdullah Hijazi, comandante della regione di Ramim Ridge; Muhammad Reda, comandante della regione di Khiam; Hassan Madi, comandante della regione del Monte Dov; Hassan Abd al-Satar, capo delle operazioni; e Hussein Hadraj, capo dello staff.

Il plauso di Hamas e Hezbollah ai « martiri »

« È con grande orgoglio che la resistenza islamica presenta oggi uno dei suoi grandi leader come martire sulla strada di Gerusalemme, e si impegna con la sua anima pura a rimanere fedele ai suoi obiettivi, alle sue speranze e al suo cammino fino alla vittoria », hanno dichiarato i proxy filo iraniani in un comunicato diffuso da al-Manar, loro microfono, celebrando la morte di Aqil, nel quale conferma anche l’uccisione di Wahabi e degli altri. Con il raid chirurgico di Israele, intervenuto nel bel mezzo di una riunione operativa del gruppo, la forza di élite libanese resta completamente acefala: oltre ad Aqil e Wahabi, infatti, sono stati ucciswi anche Abu Yaser Atar e Al Hajj Nineveh.

A unirsi al cordoglio per la morte dei miliziani anche Hamas, promettendo vendetta per l’attacco aereo israeliano su Beirut costato la vita a 14 miliziani del movimento sciita libanese, tra cui cinque comandanti. « Questo crimine commesso dall’occupante è un atto sconsiderato per il quale pagherà un prezzo altissimo, e il sangue del martire, il leader Ibrahim Aqil alimenterà le fiamme che inghiottiranno questa entità artificiale », si legge in una nota. Hamas ha ringraziato la Resistenza islamica in Libano per i « grandi sacrifici fatti » per continuare a sostenere il popolo palestinese.

L’uccisione dei comandanti di Hezbollah è stato l’ultimo di una serie di colpi devastanti inferti al gruppo, avvenuti solo pochi giorni dopo che alcuni attacchi coordinati avevano fatto esplodere i suoi cercapersone e walkie-talkie. Il bombardamento di venerdì è stato il secondo in meno di due mesi in cui Israele ha preso di mira un comandante di alto rango di Hezbollah in un attacco aereo nella periferia meridionale di Beirut, ed è stato il singolo attacco israeliano più mortale nella zona da quando Hezbollah ha iniziato a lanciare razzi e droni nel nord di Israele a ottobre, spingendo le Idf a rispondere con regolari attacchi aerei in Libano.

Le reazioni internazionali

Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, si è detto « molto preoccupato per l’accresciuta escalation » e ha chiesto « massima moderazione » a tutte le parti. Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha dichiarato dopo l’attacco che Israele « non stava puntando a un’ampia escalation nella regione », ma Hamas l’ha definita una « aggressione brutale e terroristica » e una « escalation ».

Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, ha esortato i Paesi musulmani a tagliare i loro legami economici e politici con Israele, nel contesto dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente, dopo gli attacchi israeliani contro il Libano. « Il primo passo verso l’unità del mondo islamico contro questa banda criminale e terroristica che governa la Palestina e che ha usurpato il territorio palestinese è che i Paesi islamici interrompano completamente le loro relazioni economiche con questa banda criminale », ha dichiarato Khamenei in un incontro con le autorità e gli ospiti della 38esima Conferenza sull’unità islamica a Teheran.

Gli fa eco il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una conferenza stampa a Istanbul: « Gli attacchi perpetrati nei giorni scorsi in Libano hanno dimostrato che le nostre preoccupazioni circa i piani di Israele di estendere la guerra alla regione sono fondate […] Netanyahu e il suo entourage ricorrono a tutti i tipi di provocazioni per attuare la loro ideologia sionista radicale », ha aggiunto il leader turco.

Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)

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