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Il capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin in visita in Libia

(Roma, 05 settembre 2024). La visita avviene il giorno dopo lo storico incontro ad Ankara tra il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha segnato un passo verso la distensione tra i due paesi rivali

I vicepresidenti del Consiglio presidenziale libico, Abdullah al Lafi e Musa al Kuni, hanno incontrato oggi a Tripoli il capo dell’intelligence turca, Ibrahim Kalin, e il suo vice, Cemalettin Celik, per discutere gli ultimi sviluppi politici in Libia e le modalità per rafforzare la stabilità e promuovere il processo politico. La visita di Kalin in Libia avviene il giorno dopo lo storico incontro ad Ankara tra il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha segnato un passo verso la distensione tra i due paesi rivali. Tra i temi affrontati dai due leader, c’è stata anche la questione libica.

Durante l’incontro a Tripoli, i rappresentanti libici hanno sottolineato la necessità di soluzioni condivise tra le parti attraverso un dialogo nazionale inclusivo, che garantisca l’unità e la stabilità del Paese. I due vicepresidenti hanno ribadito l’importanza di una volontà nazionale autentica per affrontare le sfide attuali, esortando tutti i libici a collaborare per raggiungere un accordo politico complessivo. Al Lafi e Al Kuni, prosegue la nota, hanno anche evidenziato il ruolo cruciale del sostegno internazionale, inclusa la Turchia, per favorire un dialogo che aumenti le possibilità di una soluzione politica, ponendo fine alla crisi e soddisfacendo le aspirazioni del popolo libico per uno Stato democratico e stabile.

L’ex Jamahiriya del defunto colonnello Muammar Gheddafi è attualmente governata da due amministrazioni rivali: il Governo di unità nazionale (Gun) con sede a Tripoli, guidato dal premier Abdulhamid Dabaiba e sostenuto principalmente dalla Turchia, giunto al potere tramite un dialogo libico sponsorizzato dall’Onu; e il Governo di stabilità nazionale (Gsn) con sede a Bengasi, guidato dal premier designato dal Parlamento dell’Est, Osama Hammad, di fatto un governo parallelo sostenuto dal generale Khalifa Haftar, uomo forte con legami stretti con la Russia e appoggiato dall’Egitto.

La crisi politica libica ha subito una grave escalation dopo che il 18 agosto scorso il capo del Consiglio presidenziale con sede a Tripoli, Mohamed Menfi (attualmente in Cina per partecipare al vertice del Forum sulla cooperazione Cina-Africa), ha disposto la sostituzione del potente governatore della Banca centrale libica, Al Saddiq al Kabir, in carica dal 2011. Tuttavia, Al Kabir e l’amministrazione basata a est si sono rifiutati di riconoscere la legittimità del nuovo Consiglio, innescando un blocco della produzione di petrolio in Libia pari a quasi il 70 per cento e compromettendo la capacità del Paese di effettuare transazioni finanziarie internazionali.

Nel frattempo, la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) sta conducendo “colloqui separati” tra i membri della Camera dei rappresentanti, dell’Alto consiglio di Stato e del Consiglio presidenziale per sbloccare la crisi. Secondo quanto riferito dall’Onu, è stata raggiunta un’intesa preliminare per la nomina di un nuovo governatore e del consiglio di amministrazione della Banca centrale della Libia entro 30 giorni. L’Unsmil ha espresso ottimismo sull’esito dei colloqui, mentre le due camere hanno richiesto un’estensione delle trattative per alcuni giorni.

La visita di Kalin arriva, infine, pochi giorni dopo l’omicidio di Abdel Rahman Milad, detto “Bidja”, ufficiale della Guardia costiera libica sospettato di traffico di esseri umani e contrabbando di carburante. Milad è stato ucciso il primo settembre a colpi di arma da fuoco mentre era alla guida della sua vettura davanti all’Accademia navale di Janzour, a ovest della capitale Tripoli, che secondo gli analisti ospiterebbe una base militare turca. L’ufficio del procuratore pubblico libico, guidato da Saddiq al Sour, ha annunciato l’arresto di tre sospettati dell’omicidio, tutti originari della città di Zawiya.

(Nova News)

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