(Roma, 02 settembre 2024). Probabilmente danneggiata la portaerei USS Dwight D. Eisenhower lo scorso 31 maggio.
Sebbene l’argomento sia poco trattato dalla stampa occidentale, la situazione nel Mar Rosso è tutt’altro che risolta. In particolare questa settimana si sono verificati diversi incidenti significativi, specialmente il 31 agosto scorso. I ribelli Houthi hanno dichiarato di aver colpito la nave portacontainer Groton nel Golfo di Aden. È importante notare che questa stessa nave era già stata presa di mira dai ribelli yemeniti il 3 agosto scorso e aveva dovuto deviare verso Gibuti per riparare i danni subiti. Il 30 agosto, dopo aver spento il suo transponder AIS, il Groton ha lasciato Gibuti dirigendosi verso gli Emirati Arabi Uniti. Evidentemente questa misura non è stata sufficiente a nascondere la sua partenza, poiché poche ore dopo è stata nuovamente vittima di un attacco proveniente dallo Yemen.
Gli Houthi non si limitano a localizzare i loro obiettivi utilizzando l’AIS. Hanno anche avvertito tutte le navi che navigano nel Mar Rosso o nel Golfo di Aden che spengono i loro transponder o trasmettono informazioni false. Alla luce degli ultimi eventi si può dedurre che dispongano di altre fonti di informazioni oltre alla semplice analisi dei dati AIS.
Alcune navi dichiarano chiaramente di non avere legami con Israele nella speranza di evitare gli attacchi dei ribelli.
Questi ribelli sembrano inoltre essere in grado di agire in relativa libertà e di continuare a colpire i loro bersagli nonostante le operazioni aeree anglo-americane annunciate regolarmente, che alla fine sembrano avere ben poco effetto. Lo stesso vale per le operazioni EUNAVFOR Apsides, condotte dall’Unione Europea, e per l’operazione “Guardiano della prosperità”, una coalizione guidata dalla US Navy e composta da una ventina di paesi. A parte la distruzione di alcuni droni, queste operazioni sembrano utili solo per soccorrere gli equipaggi in difficoltà.
Secondo il Joint Maritime Information Center, almeno 94 incidenti che hanno coinvolto navi commerciali nella zona sono stati segnalati dal 19 novembre 2023. Gli Houthi non si limitano alle navi commerciali: hanno tentato di colpire, spesso senza successo, anche navi da guerra. Sembra addirittura che abbiano preso di mira la portaerei americana USS Dwight D. Eisenhower il 31 maggio, almeno secondo quanto rivendicato dai ribelli yemeniti. Sebbene il Pentagono non abbia rilasciato commenti, l’osservazione del traffico marittimo e aereo nel Mar Rosso solleva interrogativi. Infatti, a partire da quella data, la nave americana ha rapidamente lasciato la zona per allontanarsi dallo Yemen e dirigersi verso il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. È noto che le navi militari difficilmente trasmettono la loro posizione tramite AIS, come nel caso delle portaerei. Tuttavia esiste un altro modo per localizzarle: seguendo i movimenti di alcuni aeromobili imbarcati, come i C2 Grumman, che effettuano almeno una rotazione quotidiana. Non appena l’aeromobile è in volo, può essere seguito attraverso siti specializzati come Flightradar24 grazie al transponder ADS-B, consentendo così di avere un’idea abbastanza precisa della zona operativa della portaerei.
In questo caso i voli sono stati interrotti per più di cinque giorni. Successivamente, dopo aver attraversato il Canale di Suez ed essere entrato nel Mediterraneo, la US Navy ha annunciato che, nell’ambito di un cambio di turno programmato, la nave sarebbe tornata negli Stati Uniti e sarebbe stata sostituita dall’USS Theodore Roosevelt. È interessante osservare che quest’ultimo si trovava in quel momento in sosta in Corea del Sud. Inoltre vale la pena notare che, sebbene questa seconda portaerei si sia successivamente diretta verso il Medio Oriente, non ha raggiunto il Mar Rosso, ma si è fermata nel Golfo di Oman. Tutti questi elementi hanno portato alcuni analisti a ipotizzare che il ponte dell’USS Eisenhower possa essere stato effettivamente colpito e forse parzialmente danneggiato, causando una temporanea interruzione dei voli.
Questa settimana un’altra operazione degli Houthi avrebbe dovuto attirare l’attenzione. Si tratta dell’esplosione di diverse cariche posizionate dai ribelli yemeniti sul ponte della petroliera greca Sounion. Questa nave era già stata bersaglio di un primo attacco il 21 agosto al largo di Hodeida e aveva dovuto ancorarsi lì prima di evacuare il suo equipaggio. Ora sono a rischio 150.000 tonnellate di greggio che potrebbero riversarsi nel Mar Rosso, provocando una catastrofe ambientale di proporzioni senza precedenti.
Di Giuseppe Gagliano. (Notizie Geopolitiche)