Attesa per i colloqui di Doha, incognita Hamas

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(Roma, 14 agosto 2024). Sono visti da più parti come l’ultima chance per scongiurare il rischio di una più ampia guerra regionale. Il movimento islamista ha già annunciato che non invierà una delegazione

Inizieranno domani, giovedì, e « dureranno diversi giorni », i colloqui mediati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito da Beirut l’inviato americano, Amos Hochstein, mentre permane l’incognita sulla presenza di Hamas al tavolo dei negoziati, visti da più parti come « l’ultima chance » per scongiurare il rischio di una più ampia guerra regionale. La scorsa settimana il Qatar, gli Stati Uniti e l’Egitto hanno invitato Israele e Hamas a riprendere i negoziati per una tregua a Gaza il 15 agosto, a Doha o al Cairo, chiedendo di raggiungere un accordo il prima possibile.

I Paesi mediatori sostengono che un accordo quadro « è sul tavolo » e mancano solo i « dettagli della sua attuazione ». Rimangono, però, forti i dubbi che si possa arrivare a un compromesso: Israele e Hamas si accusano a vicenda di aver modificato i termini fondamentali dell’intesa, annunciata a fine maggio dal presidente americano Joe Biden: prevedeva un accordo graduale che partiva con una tregua temporanea, per arrivare in tre fase al rilascio degli ostaggi israeliani, alla liberazione dei detenuti palestinesi e al ritiro dell’Idf.

Hamas, che come Israele pare essersi irrigidita su alcune posizioni, ha già annunciato che non invierà una delegazione a Doha e ha invece chiesto l’attuazione del piano di maggio. Washington, dal canto suo, ha assicurato che il Qatar sta lavorando affinché sia presente anche il gruppo palestinese sia presente a Doha.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha confermato che invierà giovedì una delegazione. Secondo la testata Walla, sono in partenza per il Qatar il capo del Mossad David Barnea, quello dello Shin Bet Ronen Bar e il responsabile dell’Idf per gli ostaggi Nitzan Alon.

Ai negoziati sono attesi anche il capo della Cia, William Burns, il numero uno dell’intelligence egiziana Abbas Kamel e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani. L’auspicio è che un cessate il fuoco non solo ponga fine al bagno di sangue a Gaza, ma venga ritenuto dall’Iran e da Hezbollah un prezzo sufficiente per rinunciare ai piani di attacco contro Israele. Il Medio Oriente è in allerta per una potenziale escalation regionale da quando il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e uno dei comandanti militari di Hezbollah, Fuad Shukr, sono stati assassinati a Teheran e Beirut, in raid attribuiti a Israele e per cui la Repubblica islamica e il suo alleato Hezbollah hanno minacciato vendetta.

Di Marta Allevato. (AGI)