(Roma, 13 agosto 2024). Francia, Regno Unito e Germania avevano invitato Teheran alla de-escalation, annunciando che-in caso di attacco-la Repubblica Islamica avrebbe dovuto « prendersi le proprie responsabilità »
L’Iran non ci sta ad ascoltare l’appello alla moderazione rivoltole ieri da Francia, Germania e Regno Unito (il cosiddetto Eu3), accusandoli di non denunciare « i crimini sionisti ». Quegli appelli, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, citato dall’Irna, « mancano di logica politica, sono completamente contrari ai principi e alle regole del diritto internazionale ». Secondo il ministero degli Esteri, « senza alcuna obiezione ai crimini del regime sionista, la dichiarazione degli Eu3 chiede in maniera impudente all’Iran di non rispondere alla violazione della sua sovranità e integrità territoriale ».
L’appello da parte dell' »Eu3″
Nel loro appello, Regno Unito, Francia e Germania avvertivano che se attaccherà Israele, l’Iran « si assumerà la responsabilità » dell’escalation nella regione. « Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni nella regione e siamo uniti nel nostro impegno per la riduzione della tensione e la stabilità regionale », scrivevano i tre Paesi. « In questo contesto, chiediamo all’Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Nessun Paese trarrà vantaggio da un’ulteriore escalation in Medio Oriente », concludeva la dichiarazione.
Israele risponderà all’attacco in egual misura
Intanto, Israele avrebbe inviato nei giorni scorsi un messaggio agli Stati Uniti e a diversi Paesi europei spiegando che in caso di attacco diretto da parte di Teheran risponderà allo stesso modo sul territorio iraniano « anche se un eventuale attacco non dovesse causare vittime in Israele ». Lo riporta la radio dell’esercito israeliano riportata dal Times of Israel. Il messaggio – viene spiegato – avrebbe avuto lo scopo di prevenire le pressioni della comunità internazionale affinché si eviti di rispondere con la forza a un eventuale attacco iraniano.
La telefonata Starme-Pezeshkian
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, intanto, ha risposto al primo ministro britannico Keir Starmer che Teheran considera la rappresaglia contro Israele per l’uccisione a luglio del funzionario di Hamas Ismail Haniyeh un diritto e un modo per scoraggiare future aggressioni. Secondo quanto riportato dall’agenzia Irna, Pezeshkian in una conversazione telefonica con Starmer ha affermato che la risposta punitiva a un aggressore è « un diritto delle nazioni e una soluzione per fermare i crimini e le aggressioni ». Pezeshkian ha aggiunto che il silenzio dell’Occidente sui « crimini disumani senza precedenti » a Gaza e sugli attacchi israeliani in altre zone del Medioriente è « irresponsabile » e incoraggia Israele a mettere a rischio la sicurezza regionale e globale. I due leader hanno infine discusso dei modi per ripristinare la pace e la stabilità nella regione e nel mondo e per migliorare le relazioni bilaterali tra Iran e Regno Unito.
La tesi del Washington Post
Un’indiscrezione del Washington Post, intanto, rivela che i funzionari Usa ritengono che Israele non prevedesse la possibilità di risposta diretta dell’Iran all’uccisione, il 31 luglio a Teheran, di Haniyeh. Allo stesso modo in cui non aveva previsto che l’operazione di aprile in Siria contro i Guardiani della Rivoluzione avrebbe avuto come conseguenza una pioggia di missili e droni: lo scrive l’editorialista David Ignatius, a suo dire, la Repubblica Islamica potrebbe aver imparato dal passato e aver definito nuove tattiche in un Medio Oriente che oggi « è come la proverbiale fila di tessere del domino », che una volta caduta potrebbe innescare « una cascata che spazzerebbe via la regione ».
Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)