(Roma, 28 luglio 2024). In seguito all’attacco di ieri di Hezbollah sulle alture del Golan « i ministeri degli Esteri di Francia, Norvegia e Belgio hanno chiesto ai loro concittadini di lasciare quanto prima il Libano
L’aumento della virulenza degli attacchi tra Israele e le milizie Hezbollah sta inducendo numerosi Paesi a consigliare ai propri connazionali di lasciare il territorio libanese. A seguito dell’attacco di ieri sulle alture del Golan, infatti, i ministeri degli Esteri di Francia, Norvegia e Belgio hanno chiesto ai loro concittadini di lasciare quanto prima il Libano. La compagnia aerea libanese Middle East Airlines (Mea), invece, ha dichiarato in un comunicato di aver posticipato il rientro di alcuni voli da stasera a domani mattina, senza indicarne il motivo.
Hezbollah evacua le strutture chiave
Un attacco israeliano sul Libano sarebbe certo, ma sarebbero in corso sforzi diplomatici per far sì che possa essere su scala limitata, evitando le principali città, tra cui Beirut, e le aree densamente popolate. Lo riporta la tv libanese citando fonti diplomatiche americane e di Beirut, secondo cui questo approccio punta a impedire che Hezbollah possa lanciare una significativa risposta di ritorsione. Il ministro degli Esteri libanese, Abdullah Bou Habib ha chiesto agli Stati Uniti di fare pressione su Israele affinché « mantenga la moderazione ».
Secondo un rapporto citato dalla testata israeliana Yedioth Ahronoth, in Libano, dopo l’attacco di ieri sulle alture del Golan, il gruppo Hezbollah è già « in massima allerta » e, in previsione della ritorsione israeliana, avrebbe già evacuato le strutture chiave. La circostanza è confermata da Reuters, citata dalla testata, secondo cui l’organizzazione terroristica ha sgombrato le sue centrali operative nel sud e nell’est del Libano in previsione di una forte risposta militare israeliana che, tuttavia, sta tardando. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, atterrato poche ore fa a Tel-Aviv, in anticipo rispetto alla tabella di marcia fissata per la sua trasferta negli Usa, sta partecipando alla riunione del gabinetto di sicurezza indetta sulla scia dell’attacco di ieri al campo di calcio di Majdal Shams.
L’ipotesi del governo libanese
Il governo libanese, tuttavia, non crede all’intenzionalità dell’attacco di ieri di Hezbollah a Majdal Shams, anzi non esclude che il gruppo, che ha negato ogni legame con l’accaduto, possa non essere coinvolto. Parlando alla Bbc, il ministro degli Esteri libanese Abdullah Bu Habib ha affermato che la morte dei dodici ragazzini potrebbe essere stata causata da un errore israeliano, di Hezbollah o di un’altra organizzazione.
Il ministro ha escluso « l’ipotesi che Hezbollah abbia condotto l’attacco contro la città di Majdal Shams, nelle alture occupate del Golan, perché dall’inizio del conflitto nel sud, Hezbollah non ha attaccato luoghi civili, ma solo postazioni militari ». Quindi le vittime potrebbero essere conseguenza di un attacco « di un’altra organizzazione, di un errore israeliano o di un errore di Hezbollah », motivo per cui Habib chiesto un’indagine internazionale o la convocazione del Comitato tripartito di Unifil per chiarire quanto accaduto. Il capo della diplomazia di Beirut ha poi avvertito che « un attacco di Israele al Libano condurrà a un deterioramento della situazione nella regione ed allo scoppio di una guerra regionale ».
Le reazioni internazionali
Mentre corre il rischio escalation, si moltiplicano le reazioni internazionali. L’Egitto mette in guardia contro una guerra in Libano, affermando che potrebbe « portare a una guerra che coinvolgerebbe tutta la regione ». In un post su X, il ministero degli Esteri egiziano sottolinea « l’importanza di sostenere il Libano, il suo popolo e le sue istituzioni e di risparmiargli il flagello della guerra ». Senza menzionare Hezbollah e né condannare l’attacco missilistico di ieri, il Cairo ribadisce le sue richieste per un « cessate il fuoco immediato e completo che ponga fine alla sofferenza umana nella Striscia di Gaza il prima possibile e consenta alla comunità internazionale di contenere le ripercussioni della crisi ».
Hezbollah pagherà « un prezzo elevato per l’attacco sulle alture di Golan », ha avvertito il primo ministro israeliano: Israele promette di « colpire il nemico con la forza ».
Dal canto suo l’Iran ha avvertito Israele delle conseguenze di un attacco di ritorsione in Libano. « Qualsiasi azione può portare all’aggravamento » della guerra nella regione, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani.
Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)