(Roma, 17 luglio 2024). Non si sbloccano le sabbie mobili in cui la Francia è piombata dalle elezioni anticipate: per ora, Attal resterà per gli affari correnti, ma la nomina di un premier dovrà aspettare ancora molto
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni del governo di Gabriel Attal che garantirà « la gestione degli affari correnti fino alla nomina di un nuovo governo », come scrive l’Eliseo in un comunicato. Macron aveva in mattinata lasciato intendere che questa situazione potrebbe « durare un certo tempo », vale a dire « qualche settimana ».
Macron accetta le dimissioni di Attal
Affinché questo periodo termini il più rapidamente possibile, per l’Eliseo, spetterebbe alle forze repubblicane lavorare insieme per costruire un rassemblement intorno a progetti e azioni al servizio dei francesi, prosegue il comunicato.
Il primo ministro francese dimissionario ha garantito « la continuità dello Stato fino all’ultimo minuto ». Intervenendo ieri alla riunione all’Eliseo del Consiglio dei ministri, aveva preannunciato per ieri sera le dimissioni del governo, che garantirà la « continuità dello Stato », con particolare attenzione al regolare svolgimento delle Olimpiadi che iniziano a Parigi il 26 luglio. « Avremmo potuto scomparire. Abbiamo evitato il peggio. Il futuro deve essere scritto. E so, signor Presidente della Repubblica, conoscendo le donne e gli uomini seduti attorno a questo tavolo, che tutti hanno a cuore la Francia e che la fiamma non si spegne mai per chi vuole servire i francesi », ha detto il primo ministro alla presenza di Macron, secondo quanto trapelato del suo intervento. Questa mossa consentirà ad Attal di occupare un seggio da deputato nell’Assemblea nazionale, guidando il blocco centrista alleato di Macron, oltre evitargli il rischio di un possibile voto di sfiducia in Parlamento.
La rabbia dei lepenisti
« Siamo nel mezzo di un pantano ». Così la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, dai microfoni di BfmTV, ha deplorato la mancanza di « spiegazioni » da parte di Macron. « I francesi non sanno cosa sta succedendo », ha denunciato alla vigilia dell’apertura della prima sessione della nuova Assemblea Nazionale domani. Tutto questo, ha aggiunto, « dà ai francesi la sensazione di una classe politica che si gira solo su se stessa, parla solo di se stessa ». Per quanto riguarda il Nuovo Fronte Popolare, le Pen ha ricordato che la coalizione di sinistra non è maggioritaria nell’Assemblea. « Tutto – ha detto – è meglio di un governo del Nuovo Fronte Popolare che, ha aggiunto, sta facendo un danno enorme alla democrazia ».
Per il vicepresidente del Rassemblement National Sebastien Chenu queste liti sono la prova che l’Nfp « non è pronto a governare ». Chenu ha quindi attaccato Macron, sostenendo che mantenere Attal a capo del governo dopo le elezioni europee e quelle politiche rappresenti « una negazione della democrazia ». Lasciare che l’esecutivo si occupi dell’ordinaria amministrazione, ha insistito, significa « deludere il popolo francese ». « Non possiamo creare qualcosa di nuovo da qualcosa di vecchio », ha continuato Chenu, « Attal deve fare le valigie, lui e tutti i suoi ministri ».
Le beghe interne al Fronte Popolare
La sinistra francese, infatti, non prende una via sulla nomina del premier eventuale: la France insoumise boccia la proposta avanzata da socialisti, comunisti ed ecologisti di indicare Laurence Tubiana come candidata primo ministro per il Nuovo Fronte Popolare. Lo ha detto il coordinatore di Lfi, Manuel Bompard, in una intervista radiofonica. « Se questo è il profilo su cui lavorano i nostri partner, cadrò dalla sedia », ha detto Bompard, l’ipotesi « non è seria ». Secondo Lfi le posizioni politiche di Tubiana sono troppo vicine a quelle di Macron e come tale non può portare avanti il programma della coalizione di sinistra. La France Insoumise ha sospeso i colloqui interni alla coalizione, accusando i socialisti (Ps) di sabotare le candidature per sostituire Attal. Olivier Faure, leader del Ps, ha invitato l’Nfp a « pensare, parlare e riprendere le discussioni » se vuole soddisfare le aspettative degli elettori e mantenere la sua promessa di « essere pronta a governare ». Gli scontri tra i diversi leader della coalizione « non sono una bella prospettiva » – ha avvertito – tuttavia, « la posta in gioco è così alta che può capitare di parlare a lungo e, a volte, di urlare ».
« Da otto giorni lavoriamo per formare un governo del Nuovo Fronte Popolare per attuare il programma », ha ricordato Bompard, non si possono « far entrare dalla finestra i macronisti cacciati dagli elettori » durante le elezioni legislative.
« Il Partito socialista deve rinunciare a porre il veto su tutte le candidature che non siano proposte da lui », ha continuato Bompard, riferendosi al rifiuto del Ps di indicare come premier Huguette Bello, presidente del consiglio regionale della Reunion sostenuto da Lfi. Bompard ha ribadito che in vista del voto di dopodomani per la scelta del presidente dell’Assemblea Nazionale, il Nuovo Fronte Popolare deve concordare una candidatura comune.
Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)