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Israele : l’opposizione attacca Netanyahu, «piagnone e un codardo»

(Roma, 15 luglio 2024). Yair Lapid molto duro con il premier

Fronda ancora semi silenziosa -nel senso che non assurge al momento al clamore delle cronache, se non quelle israeliane- all’interno del governo di Netanyahu, ma pur sempre fronda e non è la prima.

La scintilla

Una riunione di gabinetto stamani è servita a Netanyahu per intavolare un dibattito di due ore sull’istigazione all’odio nei suoi confronti, partendo da quanto è successo a Trump colpito durante il suo comizio elettorale. Manna per il leader dell’opposizione israeliana: Yair Lapid ha così avuto buon gioco per attaccare il premier Benjamin Netanyahu. « Piagnone e codardo » le parole che sono rimbazate durante le due ore della riunione trenutasi ieri, alla luce appunto, dell’attentato a Donald Trump.

L’intervento

Lapid ha distinto con chiarezza:  violenza e minacce sono inaccettabili nei confronti di chiunque, ha detto, ma sono « una parte terribile e triste del mondo in cui viviamo » e « chiunque raggiunga una posizione di rilievo » lo prova. « Netanyahu non è una vittima, è un piagnone e un codardo », ha affermato il leader di Yesh Atid -il partito centrista e laico-  ricordando che « ogni soldato a Gaza è più minacciato di lui, ogni combattente dell’Idf a Jenin è più in pericolo di lui ». « L’uomo che ha messo in piedi la macchina del veleno, che ha portato qui miliardari stranieri e ha messo in piedi una macchina di istigazione che sta lentamente prendendo il sopravvento su tutti i media in Israele, ora si lamenta che istiga contro di lui », ha denunciato Lapid.

Il video

E all’attacco verbale, senza sottintesi è seguita la proiezione di una videoclip, raccolta di diversi video, che mostra oppositori del governo impegnati a « inveire contro il primo ministro ». Da tanta foga sono poi partite raffiche di accuse a tutto il sistema voluto da Netahyahu e controraffiche da parte del premier in un tiro incrociato che è durato due ore e dove il pensiero dell’opposizione è andato ai ragazzi israeliani che non ci sono più.

« Non c’e’ una discussione di due ore sulle 101 vittime del Kibbutz Be’eri, non c’e’ una discussione di due ore sul soldato gravemente ferito nel nord da un drone. E la minaccia alla sua vita ? La sua vita e’ meno importante ? Perche’ non c’e’ stata una discussione di due ore sulle cinque donne soldato tenute in ostaggio a Gaza ? Solo l’incitamento contro Netanyahu vale due ore di discussione ? ».

Di Francesca Roversi. (TG LA7)

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