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«Li elimineremo in un modo o nell’altro». La promessa di Netanyahu contro la leadership di Hamas

(Roma, 13 luglio 2024). Il premier ha parlato in conferenza stampa per la prima volta da marzo, nel giorno del raid israeliano mirato a eliminare Mohammed Deif, la mente dietro gli attacchi del 7 ottobre

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato in una conferenza stampa presso il ministero della Difesa per la prima volta dal marzo scorso. Il suo intervento è arrivato a seguito del raid aereo delle Idf nell’area di Khan Younis, il cui obiettivo era l’eliminazione del capo delle brigate al-Qassam Mohammed Deif.

Il primo ministro ha affermato di aver autorizzato l’attacco una volta accertata l’assenza di ostaggi nella zona e dopo aver ricevuto informazioni adeguate sui possibili danni collaterali e il tipo di munizioni che sarebbero state utilizzate. Netanyahu ha anche dichiarato che, per il momento, « non è assolutamente certo » che il « fantasma di Gaza » e il capo dell’unità locale di Hamas Rafa’a Salameh siano stati uccisi, ma ha anche promesso che « in un modo o nell’altro » lo Stato ebraico eliminerà la leadership dell’organizzazione terroristica.

Nel suo discorso, Netanyahu ha additato Deif come un assasino di prima categoria, il capo di Stato maggiore di Hamas, l’artefice degli attacchi del 7 ottobre e il responsabile della morte di molti israeliani. Ha anche ringraziato l’intelligence per il suo operato e ha affermato che l’attacco è stato reso possibile dal fatto che « abbiamo respinto le molte pressioni in patria e all’estero » mirate a porre fine alla guerra prima del raggiungimento di tutti gli obiettivi di Tel Aviv che, ha ricordato, sono « la distruzione di Hamas, la liberazione degli ostaggi » e la rimozione di ogni possibile minaccia futura da Gaza. In particolare, ha ricordato le numerose richieste della comunità internazionale per evitare l’invasione via terra di Rafah e ha sottolineato come la persistenza sulla linea del proseguimento del conflitto stia dimostrando i suoi risultati, con Hamas indebolita e più disponibile ad abbandonare la propria postura rigida e a discutere al tavolo dei negoziati.

Il premier israeliano ha anche affermato che, dallo Shabbat di sangue, il Paese sta affrontando una minaccia esistenziale di cui fanno parte anche il nucleare iraniano e la volontà di Teheran di cingere lo Stato ebraico in una morsa. « La vittoria contro Hamas è una prima e cruciale condizione per la vittoria sull’intero asse iraniano, l’intero asse del male », ha affermato Netanyahu.

Per quanto riguarda la situazione del conflitto, il premier ha dichiarato che la continua pressione militare delle Idf ha “reso evidenti” le fratture e le debolezze all’interno di Hamas e che i terroristi continueranno ad essere attaccati con “una forza mai vista fino a che non saranno completamente distrutti”. Sui 120 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, Netanyahu ha affermato che “abbiamo un dovere morale di riportarli tutti a casa” e ha sottolineato di non aver concesso ai terroristi nessuna variazione alla bozza d’intesa per un cessate il fuoco proposta dal presidente americano Joe Biden: “Dovete sapere che Hamas voleva introdurre 29 modifiche alla bozza. E io ho detto al team negoziale e agli americani: non un solo cambiamento”.

Secondo quanto affermato da Netanyahu, nell’accordo sono presenti le quattro componenti fondamentali su cui Tel Aviv ha sempre insistito: il diritto di Israele di “continuare con la guerra” fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi; impedire il contrabbando di armi attraverso l’Egitto con “il nostro continuo controllo del corridoio di Filadelfia e il valico di Rafah”; prevenire il ritorno di frange terroriste armate nel nord di Gaza; il ritorno del più alto numero possibile di ostaggi vivi “già nella prima fase dell’intesa”. Ha anche aggiunto di non essere contrario ad un accordo, ma di essere dispoto ad accettarne solo uno che rispetti le condizioni dello Stato ebraico e che « quando ce ne sarà uno buono » lo porterà al gabinetto di guerra « e sarà approvato ».

In serata il vice capo di Hamas, Khalil Al-Hayya, ha detto che Deif non è stato ucciso: « Diciamo al primo ministro Benjamin Netanyahu che Mohammed Deif ti sta ascoltando in questo momento e si sta prendendo gioco delle tue bugie ».

Per Khalil al-Hayya, Netanyahu avrebbe voluto dichiarare una « falsa vittoria » durante la conferenza stampa. Ma, ha sostenuto ancora, le affermazioni israeliane su Deif sono false « nonostante il dolore per le decine di vittime e martiri, la maggior parte dei quali erano donne e bambini ».

Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)

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