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Viktor Orban vola a Mosca per incontrare Putin. Charles Michel : «non ha mandato UE»

(Roma, 04 luglio 2024). Il premier ungherese sarà il primo leader europeo dopo l’invasione dell’Ucraina: al suo fianco il ministro degli Esteri Peter Szijjarto

Dopo il vertice a Kiev con Volodymyr Zelensky, Viktor Orban domani sarà a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto riportato dall’emittente ungherese Radio Liberty, che cita una fonte del governo di Budapest, il presidente di turno dell’Ue sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto. Quest’ultimo avrebbe già avuto alcuni contatti con il collega Sergej Lavrov. Per il momento il governo non ha smentito le indiscrezioni e non sono venute meno le reazioni dall’Unione europea.

Qualora l’indiscrezione venisse confermata, Orban diventerebbe il primo leader europeo a incontrare Putin dopo l’invasione dell’Ucraina datata 24 febbraio 2022. Come evidenziato in precedenza, non è tardata ad arrivare la presa di posizione di Bruxelles, con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: « La presidenza di turno dell’Ue non ha il mandato di impegnarsi con la Russia per conto dell’Ue. Il Consiglio europeo è chiaro: la Russia è l’aggressore, l’Ucraina è la vittima. Nessuna discussione sull’Ucraina può aver luogo senza l’Ucraina ».

La notizia non sorprende. Sin dallo scoppio della guerra Orban si è distinto per le sue posizioni più soft nei confronti di Mosca, a partire dalla riluttanza a firmare i pacchetti di armi e aiuti occidentali per l’Ucraina. Ma c’è un altro dettaglio da non sottovalutare e che confermerebbe l’obiettivo di Orban di favorire il dialogo tra i due Paesi in guerra. Il presidente ungherese si è presentato a Kiev con una proposta di cessate il fuoco, volta a sospendere i combattimenti con la Russia, rifiutata da Zelensky.

Il numero uno di Kiev ha « invitato l’Ungheria e il primo ministro Orban ad unirsi » agli sforzi compiuti « in vista dell’organizzazione di un nuovo vertice per la pace » da parte dell’Ucraina, dopo quello di giugno in Svizzera.

Ricordiamo che Putin, appena un mese fa, aveva affermato che la Russia avrebbe posto fine alla guerra solo se Kiev avesse soddisfatto determinate condizioni, a partire dalla rinuncia alle ambizioni della Nato e dalla cessione di quattro regioni parzialmente occupate.

Di Massimo Balsamo. (Il Giornale)

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