(Roma, 28 giugno 2024). La nave d’assalto Uss Wasp con i suoi marines ha attraversato Gibilterra per schiersarsi nel Mediterraneo orientale. Gli Stati Uniti temono una escalation tra Israele e Hezbollah. Il personale americano sarebbe pronto all’evacuazione del Libano
La nave d’assalto anfibio Uss Wasp ha attraversato lo stretto di Gibilterra ed è diretta nel Mediterraneo orientale con il suo carico di Marines, elicotteri d’attacco e aerei da combattimento. Mentre la tensione tra Israele e gli Hezbollah minaccia di scatenare una guerra al confine con il Libano, Washington punta sulla deterrenza. Assicurandosi un’opzione militare nel caso dovesse procedere con l’evacuazione del personale diplomatico e dei cittadini americani che sono stati messi in allerta nel Paese dei cedri.
La USS Wasp in rotta
Mentre la Casa Bianca invita gli americani a lasciare Beirut, e il ministro della difesa israeliana Yoav Gallant ripete « Non vogliamo la guerra, ma ci stiamo preparando a qualsiasi scenario », la nave d’assalto anfibio USS Wasp con a bordo la 24ª Marine Expeditionary Unit è pronta a incrociare nel Mediterraneo come asset di deterrenza.
Le unità d’assalto come la Wasp sono in grado di condurre autonomamente operazioni anfibie « in risposta alle crisi e operazioni di emergenza limitate ». Secondo quanto riportato da funzionari statunitensi, che confermano la mobilitazione del personale diplomatico e di tutti gli americani residenti in Libano, la Uss Wasp « servirà a scoraggiare la guerra tra Hamas e Israele dal diventare un conflitto regionale più ampio ». Il timore è come sempre un coinvolgimento dell’Iran, che schierandosi a fianco di Hezbollah alzerebbe il livello del conflitto e porterebbe Israele a richiedere l’intervento degli Stati Uniti al proprio fianco.
Una mossa di deterrenza
L’invio della Wasp, affiancata dalle navi da sbarco Uss Oak Hill e dalla Uss New York quali componenti del suo Amphibious Ready Group, « viene effettuato a scopo deterrente e per promuovere la stabilità regionale », affermano a più riprese i funzionari del Pentagono.
Gli Amphibious Ready Groups con i loro 2.200 Marines a bordo sono addestrati per un’ampia varietà di missioni, inclusa « l’evacuazione di un gran numero di cittadini americani dalle zone di conflitto ». La Uss Wasp può lanciare elicotteri d’assalto Ah-1w Viper e aerei per attacco al suolo Av-8 Harrier, accogliere i nuovi caccia multiruolo F-35 nella configurazione Stovl, e un’ampia gamma di elicotteri da trasporto per condurre ogni tipo di operazione necessaria.
Il dipartimento di Stato americano ha stimato che nel 2022 erano 86mila gli americani residenti in Libano. Nel 2006, gli Stati Uniti avevano evacuato 15mila persone nel conflitto scoppiato tra Israele ed Hezbollah per 34 giorni.
Secondo quanto riferito dalla Cbc anche il Canada, come gli Stati Uniti, sta preparando « piani di emergenza per evacuare circa 20.000 canadesi dal Libano ». I vertici militari e politici si sarebbero incontrati martedì a Ottawa per discutere le opzioni nel caso si dovesse giungere a un’evacuazione. Il portavoce della sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby ha spiegato che la Casa Bianca e gli apparati di sicurezza americani continuano a monitorare la situazione, modificando « procedure e i protocolli di protezione della forza man mano che la minaccia cambia”.
Crescenti timori di escalation
I funzionari statunitense hanno sottolineato più volte nelle ultime due settimane le crescenti preoccupazione per un conflitto tra Israele e gli Hezbollah che riguarderebbe di fatto l’intero Libano, costellazione politica dall’equilibrio estremamente delicato. Attualmente « non è stata presa alcuna decisione affinché la nave e i suoi marines aiutino i cittadini americani a lasciare il Paese ».
Tuttavia le crescenti tensioni cui stiamo assistendo e la possibilità che le Forze di Difesa israeliane aprano un « secondo fronte » per mettere fine alle aggressioni da parte di Hezbollah, con conseguenze catastrofiche per la popolazione civile, sembrano aver suggerito agli Stati Uniti l’avanzamento di un’opzione militare come garanzia nel caso che la soluzione diplomatica alle tensioni non ottenga il successo sperato.
« Non accetteremo truppe e formazioni militari di Hezbollah al confine con Israele » e “Non accetteremo minacce alle nostre comunità del nord”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che ha ricordato come Israele sia disposta « a fare tutto ciò che è in nostro potere » per proteggere la popolazione ebraica sottoposta al lancio di razzi da parte di Hezbollah che ha minacciato di attaccare la città di Haifa e il sito nucleare di Dimona. “Non vogliamo entrare in una guerra perché non è un bene per Israele” asserisce il vertice della Difesa israeliana. Ma l’escalation sembra essere dietro l’angolo.
Secondo quando riportato da Nbc News, « Israele spera di creare una zona cuscinetto di 10 miglia sopra il confine libanese ».
Una mossa che difficilmente resterebbe priva di conseguenze e risposte da parte dell’organizzazione paramilitare sciita e antisionista libanese Hezbollah, e da parte del loro principale sostenitore: la Repubblica Islamica dell’Iran.
Di Davide Bartoccini. (Il Giornale)