Terremoto politico in Israele: Benny Gantz lascia il governo. Ben-Gvir, «chiedo di entrare nel gabinetto di guerra»

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(Roma, 09 giugno 2024). Il leader del partito di centro Unità nazionale ha deciso di sfilarsi dall’esecutivo a causa della mancanza di un piano per porre fine alla guerra con Hamas e per il futuro della Striscia di Gaza

Benny Gantz ha lasciato il gabinetto di guerra israeliano. Il leader del partito di centro Unità Nazionale ha deciso di sfilarsi dall’esecutivo a causa della mancanza di un piano per porre fine alla guerra con Hamas e per il futuro della Striscia di Gaza. Le sue dimissioni erano attese già sabato 8 giugno, ma il successo nell’operazione per la liberazione di quattro ostaggi lo aveva portato a posticiparle al giorno successivo. Si è dimesso anche Gadi Eisenkot, deputato del partito di Gantz che svolgeva nel gabinetto il ruolo di osservatore. « Nonostante gli sforzi di molti, insieme a quelli del mio collega, al gabinetto da lei guidato è stato impedito per molto tempo di prendere decisioni determinanti, che erano necessarie per realizzare gli obiettivi della guerra e migliorare la posizione strategica di Israele », ha scritto in una lettera inviata al premier Benjamin Netanyahu.

« Abbiamo istituito un governo di emergenza grazie a una partnership del destino, non a una partnership politica », ha dichiarato invece Benny Gantz in conferenza stampa. « Mesi dopo il disastro, la situazione nel Paese e nella sala decisionale è cambiata e Netanyahu e i suoi partner hanno trasformato l’unità in un appello entusiastico. In realtà, le decisioni strategiche vengono accolte con esitazione e procrastinate da considerazioni politiche”. Gantz ha aggiunto che il premier impedisce a Israele di procedere “verso la vittoria”, ovvero la liberazione degli ostaggi, la sostituzione di Hamas con un nuovo organo di governo a Gaza e la creazione di un’alleanza regionale contro l’Iran. Per questo motivo ha deciso di lasciare il governo “con il cuore pesante ma intatto”. “È opportuno che in autunno si vada alle elezioni che finalmente instaureranno un governo che conquisterà la fiducia del popolo. Invito Netanyahu a fissare una data concordata per le elezioni, non lasciare che il nostro popolo si strappi”, ha affermato.

Il leader di Unità Nazionale ha esortato tutti i membri della Knesset « che hanno capito in che direzione stiamo andando » a seguire la loro coscenza. In particolare, si è rivolto al ministro della Difesa Yoav Gallant, riconoscendone le capacità, il coraggio e il patriottismo dimostrato dall’inizio della guerra e chiedendogli di « fare ciò che è giusto ». Gantz si è poi scusato con i familiari degli ostaggi per non essere riuscito a riportare a casa i loro cari e si è assunto parte della responsabilità per il mancato salvataggio di molti cittadini israeliani ancora prigionieri a Gaza. Ha inoltre espresso il suo sostegno ad un accordo con i terroristi sulla base della proposta presentata dal presidente americano Joe Biden.

Mentre Gantz stava facendo il suo annuncio, il premier Benjamin Netanyahu gli ha rivolto un appello su X. « Israele è impegnato in una guerra esistenziale su più fronti », ha scritto sulla piattaforma di Elon Musk. « Benny, non è il momento di abbandonare la campagna: è il momento di unire le forze ». Il primo ministro ha anche promesso di andare avanti fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra, primi tra tutti il rilascio degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas. « La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito sionista disposto a farsi carico del peso e a contribuire a ottenere la vittoria sui nostri nemici e a garantire la sicurezza dei nostri cittadini », ha concluso. Dopo l’annuncio di Gantz, inoltre, il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’estrema destra Itmar Ben-Gvir ha chiesto di entrare nel gabinetto di guerra. « Come ministro, leader del partito e principale alleato della coalizione, chiedo di essere incluso in questo gabinetto per essere associato alla politica di sicurezza di Israele », ha dichiarato.

L’ex capo di Stato maggiore delle Idf si era unito al governo presieduto da Benjamin Netanyahu dopo gli attacchi del 7 ottobre, per rafforzare l’unità del Paese. La sua presenza, inoltre, ha aiutato lo Stato ebraico nel mantenere buone relazioni e credibilità con gli alleati, visti i rapporti tra Gantz e funzionari di Washington.

Le sue dimissioni non rappresentano un’immediata minaccia per la tenuta del governo poiché la coalizione di Netanyahu mantiene ancora la maggioranza, ma renderanno il primo ministro più dipendente dal supporto di partiti di estrema destra, contrari ad un accordo con Hamas e sostenitori di un’operazione su vasta scala contro gli Hezbollah libanesi. Nell’ultimo periodo, questi due punti hanno causato frizioni tra i leader ultraortodossi e il premier, che in futuro potrebbe essere costretto a piegarsi alle loro richieste per rimanere al potere.

Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)