Josep Borrell : «Kiev non può resistere se smettiamo di sostenerla. Serve un’Europa più forte»

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(Roma, 24 maggio 2024). L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, durante il suo discorso allo Stato dell’Unione a Palazzo Vecchio a Firenze, è stato interrotto da tre attivisti pro Palestina

Se smettiamo di sostenere l’Ucraina “la guerra finirà in una settimana, ma come ? Avremmo un governo fantoccio a Kiev con il controllo della Russia in gran parte del mercato cerealicolo mondiale”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, durante lo Stato dell’Unione a Palazzo Vecchio a Firenze. Il presidente russo Vladimir Putin, inoltre, sarebbe incentivato a dire che “ha funzionato, ora proviamo con qualcun altro”, ha concluso Borrell.

L’Alto rappresentate ha detto che “non c’è soluzione militare al conflitto nel Medio Oriente, mentre c’è una soluzione politica”. Questa soluzione richiede “un impegno internazionale forte”. “I Paesi europei lo devono capire, e spero che lunedì a Bruxelles faremo un passo avanti”, ha dichiarato Borrell in riferimento al prossimo Consiglio Affari esteri, venendo poi interrotto da tre attivisti pro Palestina. Un attivista ha letto un testo in inglese mentre altri due reggevano due bandiere, una bianca e l’altra palestinese, ai suoi lati. “Capisco perfettamente le preoccupazioni espresse”, ha detto Borrell al termine dell’interruzione.

Borrell ha espresso preoccupazione per la legge sulle influenze straniere in Georgia, perché allontana il Paese dal suo percorso europeo. “In riferimento a queste leggi, ci sono altri Paesi non allineati alle politiche europee, la Serbia per esempio. Occorre allinearsi in termini di Stato di diritto e politica estera”, ha detto.

“L’Europa deve imparare a usare il linguaggio della potenza, deve essere più assertiva”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. “Le dipendenze sono pericolose, come abbiamo visto con il gas russo e come stiamo vedendo per le materie prime critiche dalla Cina. Parole gentili e relazioni commerciali non bastano più”, ha detto Borrell. “Per agire come attore geopolitico dobbiamo essere più uniti e avere nuovi metodi decisionali che richiedono che non ci possa essere qualcuno che può bloccare ogni volta le decisioni. Servirà molta volontà politica”, ha continuato.

“L’Europa è a un crocevia, quante volte lo abbiamo sentito dire. E’ vero. Oggi più che mai. L’Ue deve cambiare. Alcuni taboo sono stati infranti – pensiamo alla reazione alla pandemia o alla guerra – ma dobbiamo scuotere il sistema. Lavora troppo lentamente rispetto alla velocità del mondo”, ha detto Borrell. “Il mondo sta cambiando in fretta. Noi europei abbiamo costruito la pace tra di noi. I commerci e le relazioni economiche avrebbero dovuto portare tutti alla pace ma non è successo. Il mondo è più diviso. Dobbiamo affrontare un mondo diverso, in cui la sicurezza è in bilico”, ha continuato Borrell. “L’ Ue non è un’alleanza militare ma dobbiamo aumentare la nostra capacità di difenderci”, ha dichiarato l’Alto rappresentante.

Non c’è alternativa alla Nato per la difesa del territorio europeo oggi, secondo Borrell. “Trump ci ha scosso dicendoci che non spendiamo abbastanza per la difesa e aveva ragione”, al di là dei toni adottati, ha detto l’Alto rappresentante. “La Russia spende il 6,5 per cento del suo Pil per la difesa”, ha aggiunto. “Dobbiamo ripetere che non c’è alternativa alla Nato per la difesa del territorio europeo oggi. Abbiamo bisogno sia della Nato sia dell’autonomia strategica. Dobbiamo diventare più forti ma l’una cosa non esclude l’altra”, ha spiegato. “Per anni abbiamo delegato la nostra sicurezza agli Stati Uniti. Questo deve finire e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”.

La maggioranza qualificata in Ue sarebbe utile ma non basta; “bisogna cambiare il mindset e questo richiederà volontà politica e intellettuale e pedagogia”, ha continuato Borrell. “Se prendiamo a titolo di esempio la posizione di Germania e Spagna rispetto alla guerra a Gaza è diversa per ragioni storiche. Dobbiamo superare questa situazione e creare una comprensione condivisa del mondo, altrimenti non saremo un attore geopolitico”, ha spiegato Borrell.

(Nova News)