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Antony Blinken in Israele, Netanyahu non cede sull’offensiva a Rafah

(Roma, 30 aprile 2024). Israele aspetterà fino a mercoledì sera una risposta di Hamas all’ultima proposta di tregua prima di decidere se mandare inviati al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato all’aeroporto Ben Gurion, vicino a Tel Aviv, e domani incontrerà a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per discutere, tra le altre questioni, dei tentativi di arrivare a una tregua tra Israele e Hamas. Si tratta della settima visita nella regione del capo della diplomazia Usa, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Blinken visiterà anche il porto di Ashdod, da dove arrivano aiuti umanitari nell’enclave palestinese, come annunciato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Prima dell’incontro con Netanyahu a Gerusalemme, il diplomatico americano sarà ricevuto dal presidente israeliano Isaac Herzog.

Blinken ha annunciato che un primo convoglio di aiuti umanitari dalla Giordania martedì arriverà nella Striscia attraverso il valico di Erez, riaperto da Israele nel nord del territorio. « Stiamo assistendo a un collegamento diretto tra la Giordania e il nord di Gaza attraverso Erez. I primi carichi partono oggi », ha dichiarato Blinken ai giornalisti. « Questo è un vero e importante passo avanti, ma la strada da percorrere è ancora lunga », ha aggiunto.

La visita del capo della diplomazia americana arriva in un momento chiave dei colloqui di tregua nella Striscia, mediati da Qatar, Stati Uniti ed Egitto: domani si prevede che il gruppo islamista Hamas risponda all’ultima offerta di tregua che, secondo i media israeliani, includono lo scambio di 33 ostaggi vivi con un numero imprecisato di prigionieri palestinesi, oltre al ritorno dei palestinesi sfollati nel Nord di Gaza. In serata, il quotidiano liberale israeliano Haaretz, citando fonti anonime di Hamas, ha scritto che l’organizzazione ha chiesto garanzie che ci sia una tregua di diversi mesi, durante la quale Israele non riprenda gli attacchi, come requisito per concludere un accordo. Lo Stato ebraico aspetterà fino a mercoledì sera una risposta del movimento palestinese prima di decidere se mandare inviati al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco

In attesa di una risposta di Hamas, Israele continua a guardare a Rafah. Netanyahu, in un incontro con familiari degli ostaggi e dei caduti, ha ribadito l’intenzione di lanciare l’invasione di terra contro la città nell’estremo sud di Gaza, nonostante la dura opposizione degli Usa e di altri alleati occidentali, tra cui la Francia, il cui ministro degli Esteri, Stephane Sejourne, ha definito il piano « una cattiva idea » per via delle « troppe incertezze sulle questioni umanitarie ». « Entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale », ha affermato il capo di governo. « L’idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile », ha sottolineato.

(AGI)

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