(Roma, 17 aprile 2024). Nella ministeriale di due giorni a Capri, i G7 sono pronti a discutere delle principali emergenze del momento: Ucraina e Medio Oriente. Grande successo per il bilaterale Tajani-Blinken: « La partnership più stretta mai avuta con l’Italia »
Nella settimana più complessa per l’ordine internazionale degli ultimi decenni, la ministeriale Esteri del G7 di Capri tenta di correre ai ripari provando a ricucire nello stesso patchwork il complesso schacchiere internazionale. Sul meeting delle sette potenze incombe anche il pressing del presidente ucraino Zelenskey, che ora incalza i leader occidentali sull’annosa questione del supporto aereo dopo l’odierna strage a Chernhiv.
Di cosa discuteranno i G7
Italia, Usa, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone dovranno occuparsi di Ucraina e Medio Oriente, nelle stesse ore in cui il fronte orientale rischia di collassare e Israele prepara la sua rappresaglia contro l’Iran. Il G7 « ha l’obiettivo di costruire la pace e la de-escalation in un contesto molto teso », ha detto al suo arrivo a Capri il capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani.
La ministeriale ha preso il via oggi e andrà avanti fino a venerdì Confermerà « l’unione » tra i Paesi del G7 e dovrà dare « un messaggio di pace » rispetto alla drammatica situazione in Medio Oriente, ma anche alla guerra in Ucraina e all’Indo-Pacifico, ha ribadito Tajani nel suo discorso alla Certosa di San Giacomo, dove si è tenuto un evento di benvenuto per le delegazioni straniere. Nella cornice di una « perla italiana del Mediterraneo, luogo d’incontri e non solo turistico », i capi delle diplomazie delle sette economie più avanzate al mondo saranno chiamati a discutere delle grandi emergenze dell’attualità.
Il G7 verso le sanzioni all’Iran
In attesa di una risposta israeliana che potrebbe essere senza precedenti, l’Italia, che ha la presidenza di turno del G7, rinnova l’appello alla moderazione: « Israele ha il diritto di difendersi ma vedremo che tipo di reazione avrà. Vogliamo che prevalga sempre la prudenza », ha esortato Tajani. Già domenica, subito dopo l’attacco iraniano, il G7 convocato dalla premier Giorgia Meloni e tenuto in videoconferenza aveva fatto un appello alla moderazione, e chiesto la tregua, la liberazione senza condizione degli ostaggi e maggiore sostegno al flusso di aiuti a Gaza. Secondo le prime indiscrezioni, vi sarebbe un accordo di massima affinché dal meeting venga fuori un messaggio politico alla comunità internazionale oltre a sanzioni nei confronti dell’Iran: in particolare verso singole personalità coinvolte nella produzione, commercializzazione e consegna di missili e utilizzati contro l’Ucraina e Israele, oltre che dagli Houthi nel Mar Rosso. Nel mirino, anche i produttori iraniani di missili balistici, e l’intera catena di comando che rifornisce Russia e i proxy iraniani.
Il bilaterale USA-Italia
Nel bilaterale Blinken-Tajani, Il ministro e il segretario di Stato Usa hanno concordato sulla necessità di dare « segnali di solidarietà » a Israele e in quest’ottica vanno lette le sanzioni che i Paesi del G7 hanno stabilito di varare nei confronti di entità iraniane coinvolte nella fornitura di missili e droni all’estero. Nel corso dell’incontro avuto dai due è stata ribadita la necessità di convincere Israele che « la ritorsione che potrebbe fare nei confronti dell’Iran » deve essere inserita all’interno di un più ampio percorso politico, che veda lo Stato ebraico sempre più integrato nella regione sul piano politico e di sicurezza. Infine, i due omologhi hanno concordato sull’opportunità di continuare a dialogare con l’Iran, e il titolare della Farnesina ha confermato che l’Italia farà la propria parte.
« Le relazioni transatlantiche sono una stella polare della politica estera del nostro Governo », scrive su X il vicepremier italiano. « Italia e Usa lavorano insieme per la pace. Abbiamo firmato un Memorandum per combattere le fake news e difendere la libertà di opinione dei cittadini », aggiunge Tajani. Gli Stati Uniti apprezzano « profondamente » la partnership con l’Italia, « la più stretta mai avuta » tra i due Paesi, e credono che la leadership italiana del G7 « stia facendo la differenza ». Tra i due c’è stato spazio anche per parlare di Niger. Blinken ha insistito sull’importanza che l’Italia e l’Europa mantengano una presenza militare in Niger e nella regione del Sahel per evitare altra destabilizzazione. Tajani ha confermato che paesi come Italia, Spagna e Belgio vogliono provare a mantenere la presenza perché per la sicurezza dell’Europa il Sahel è considerato una regione strategica.
Il sostegno del G7 all’Ucraina
Il G7 italiano prende il via in una complessa giornata per la guerra in Ucraina. In quel di Chernhiv, un attacco missilistico russo ha colpito un palazzo uccidendo 17 civili e ferendo una sessantina di persone. L’attacco sui civili di questa mattina è tornato a gettare benzina su fuoco sul controverso tema dell’assistenza militare a Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invocano a gran voce il supporto con almeno altre sette batterie di Patriot, denunciando come con maggiore sostegno alla difesa aerea la strage di questa mattina sarebbe stata evitata. Per questo Zelensky si è rivolto anche ai partecipanti al Consiglio europeo a Bruxelles, invitando i leader europei a fornire urgentemente a Kiev attrezzature di difesa antiaerea, come ha spiegato nel suo intervento in videoconferenza.
Alla riunione G7 Esteri a Capri, il capo della diplomazia britannica, David Cameron, esorterà i Paesi partner a « mantenere alta la pressione » sul presidente russo, Vladimir Putin, mentre continua la sua guerra « illegale » con l’Ucraina. Da Washington, intanto, giungono segnali di una possibile svolta: Joe Biden ha espresso il suo « forte sostegno » al pacchetto legislativo che consentirà di fornire aiuti militari a Israele e Ucraina, aiuti umanitari ai civili di Gaza aumentare la sicurezza degli alleati degli Usa nell’Indopacifico. La Camera, afferma il presidente, « deve approvare il pacchetto questa settimana. Lo firmerò immediatamente per mandare questo messaggio al mondo: Siamo al fianco dei nostri amici e non lasceremo che Iran e Russia abbiano successo ».
Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)