Gaza: direttore della CIA in Egitto martedì prossimo, focus su accordo ostaggi

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(Roma, Parigi, 09 febbraio 2024). Il direttore della Cia, William Burns, si recherà in Egitto la prossima settimana, per incontrare i rappresentanti del governo del Cairo e discutere le trattative per un accordo su una nuova pausa umanitaria nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas. Fonti anonime hanno riferito al portale di informazione “Axios” che il viaggio di Burns vuole “mettere pressione” sulle autorità di Egitto e Qatar, perché spingano a loro volte Hamas ad accettare un “accordo ragionevole”. L’amministrazione Biden, hanno aggiunto, ritiene che la liberazione degli ostaggi sia l’unico modo per concordare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Secondo le fonti, Burns dovrebbe arrivare in Egitto martedì prossimo. Nella giornata di ieri, una delegazione di Hamas avrebbe partecipato ad un nuovo round di colloqui al Cairo con i rappresentanti dell’intelligence egiziana, per discutere le opzioni disponibili per portare avanti le trattative.

Le autorità israeliane, infatti, hanno respinto le richieste “inappropriate” avanzate da Hamas in merito alla proposta concordata dai mediatori due settimane fa a Parigi. Alcune fonti del governo di Benjamin Netanyahu hanno però riferito ad “Axios” che Israele sarebbe pronta a riprendere le trattative partendo dalla proposta originaria. Quest’ultima, secondo diverse indiscrezioni di stampa, prevederebbe tre fasi, ciascuna della durata di 45 giorni. La prima comporterebbe il rilascio degli ostaggi “fragili”, come donne, minori e anziani, in cambio di un numero non specificato di prigionieri palestinesi, oltre all’interruzione delle attività militari, al ridispiegamento dei militari israeliani nelle zone non popolate di Gaza e il rafforzamento degli aiuti umanitari alla popolazione civile. Nella seconda fase, Hamas dovrebbe liberare tutti gli ostaggi israeliani maschi, in cambio della liberazione di 1.500 prigionieri palestinesi (500 dei quali indicati da Hamas), come contropartita per il ritiro delle forze israeliane e la fine dell’embargo su Gaza. La terza e ultima fase prevederebbe lo scambio dei corpi degli ostaggi israeliani e dei miliziani palestinesi. La proposta include anche un cessate il fuoco di sei settimane.

Hamas avrebbe però risposto alla proposta avanzando una serie di richieste, definite “inaccettabili” da Israele. Lo stesso premier, Benjamin Netanyahu, ha definito “deliranti” le pretese del movimento islamista, senza però sbarrare la porta a ulteriori trattative. Diversi rappresentanti dell’amministrazione Biden, nei giorni scorsi, hanno affermato che il governo federale statunitense sarebbe ancora “ottimista” in merito alla possibilità di raggiungere un accordo sugli ostaggi. Secondo le fonti, le autorità di Washington riconoscono che ci sono ancora “diversi punti” su cui le parti sono in disaccordo, ma che la risposta di Hamas “lascia comunque spazio ad ulteriori negoziati”.

(Nova)