(Roma, 27 gennaio 2024). La decisione è arrivata dopo l’accusa di terrorismo per dodici dipendenti dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi che sono stati licenziati perché sospettati di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre
È bufera sull’Unrwa dopo le accuse di coinvolgimento di alcuni membri dello staff nell’attacco del 7 ottobre di Hamas. Di fronte alle prove fornite da Israele, l’agenzia dell’Onu per i palestinesi ha reagito aprendo un’inchiesta interna e licenziando « diversi » operatori « per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria », come ha spiegato il segretario generale Philippe Lazzarini, assicurando che « qualsiasi dipendente dell’Unrwa coinvolto in atti di terrorismo sarà chiamato a rispondere, anche attraverso procedimenti penali ».
Ma l’iniziativa non è bastata a fermare le polemiche e tra i donatori internazionali diversi ‘pesi massimi’ hanno annunciato il blocco dei fondi, a cominciare da Usa, Australia e Canada. Una misura « temporanea » mentre si « esaminano le accuse e i passi che le Nazioni Unite stanno adottando per affrontarle », ha sottolineato il dipartimento di Stato americano, dicendosi « estremamente turbato ». Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha parlato con il segretario generale, Antonio Guterres, « per sottolineare la necessità di un’indagine approfondita e rapida su questa questione ». Un’inchiesta « urgente, completa e indipendente » che il Palazzo di Vetro ha già lanciato, come ha riferito il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric.
« L’Unrwa svolge un ruolo fondamentale nel fornire assistenza ai palestinesi, compresi cibo, medicine, alloggi e altro sostegno umanitario vitale. Il loro lavoro ha salvato vite umane ed è importante che l’agenzia affronti queste accuse e adotti tutte le misure correttive appropriate, inclusa la revisione delle politiche e delle procedure esistenti », ha affermato Washington.
Anche l’Italia ha annunciato la sospensione dei finanziamenti, ribadendo di essere « impegnata nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele ». Secondo i dati forniti dalla stessa agenzia, nel 2022 Roma ha donato poco più di 18 milioni di euro (14esimo posto tra i primi 20 donatori). Al primo posto, gli Usa con quasi 344 milioni di dollari, seguiti da Germania e Ue; il Canada ha dato fondi per quasi 24 milioni e l’Australia quasi 14.
Non solo. Lo Stato ebraico, per bocca del suo ministro degli Esteri Israel Katz, ha fatto sapere che cercherà di impedire all’agenzia Onu di operare a Gaza dopo la guerra. Da parte sua, Hamas ha condannato le « minacce » israeliane, esortando l’Onu e le altre organizzazioni internazionali a non « cedere ai ricatti ».
Di Cecilia Scaldaferri. (AGI)