Doppia missione di Tajani in Medio Oriente, Hezbollah fuori dal Libano e moral suasion su Netanyahu

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(Roma, 26 gennaio 2024). Le tappe di Gerusalemme e Ramallah, dopo Beirut, distendono l’impegno del governo italiano: Italia pronta a costruire un ospedale da campo dentro la Striscia o a ridosso di valico Rafah e disponibile a convincere Netanyahu che la soluzione dei due Stati è l’unica utile

Da un lato la richiesta israeliana di sostegno per “cacciare Hezbollah dal Libano del sud”, dall’altro l’esigenza italiana di convincere Benjamin Netanyahu che la soluzione dei due Stati è l’unica utile a Israele. Il secondo giorno in Medio Oriente del ministro egli Esteri Antonio Tajani è denso non solo di incontri e riflessioni, ma anche di azioni concrete nell’immediato, nella consapevolezza che certamente l’Italia continuerà ad essere soggetto attivo alla voce solidarietà e aiuti umanitari, ma anche soggetto propositivo per giungere alla fine della guerra.

Doppio binario

Le visite in questo spicchio così particolare di Medio Oriente procedono su un doppio binario. In primis la richiesta del parigrado israeliano Israel Katz di intervenire nei confronti del governo libanese “per cacciare Hezbollah dal Libano meridionale, altrimenti il Libano dovrà affrontare un colpo devastante dal quale non si riprenderà”. Il capo della diplomazia israeliana ha incontrato Tajani a Gerusalemme, definendolo “un vero amico di Israele”. Di contro Tajani resta dell’idea che è necessario continuare a parlare “per cercare di convincere i contendenti a incontrarsi a discutere e avere una soluzione comune”. In questo senso il ruolo dell’Italia è determinato, soprattutto al fine di lavorare insieme ai Paesi dell’Ue.

“Anche attraverso il G7 insisteremo affinché si possa raggiungere la soluzione di 2 popoli 2 Stati per dare pace al popolo israeliano e palestinese”, ha precisato. La concomitanza con le celebrazioni per ricordare l’Olocausto lo hanno portato anche a visitare Yad Vashem “per ricordare l’impegno dell’Italia contro l’antisemitismo”. Ma non è tutto, perché la posizione del vicepremier si è insinuata nei dettagli della questione, come quando ha spiegato che le Forze di difesa di Israele (Idf) devono prestare la massima attenzione durante gli scontri a fuoco con Hezbollah per non colpire i reparti italiani, né l’esercito libanese. “Queste raccomandazioni rappresentano un passo in avanti per la stabilità per creare un confine certo e ridare sicurezza alle popolazioni”.

L’impegno italiano

Nel frattempo l’impegno italiano si fa concreto con la disponibilità a costruire un ospedale da campo dentro la Striscia o a ridosso di valico Rafah, con l’aiuto degli egiziani. Non va dimenticato che nave Vulcano è attraccata in Egitto, a pochi chilometri da Gaza, dove l’Italia sta curando bambini palestinesi feriti e altrettanto stanno facendo medici e pediatri italiani negli Emirati Arabi Uniti. Tajani spiega che l’Italia sta lavorando anche per curare 100 bambini feriti negli ospedali italiani, dimostrando tutto lo sforzo per non far mancare un’azione umanitaria in questi momenti così complessi per le popolazioni coinvolte.

In questo senso va letto l’incontro con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, a Ramallah. Tajani è stato il primo tra i ministri degli Esteri Ue a parlare di persona con Abbas dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso ha incontrato anche l’omologo dell’Autorità palestinese Riyad al-Maliki, a Ramallah e subito dopo Abu Mazen.

Da Gaza al mar Rosso

Ma l’attenzione è puntata anche sulla crisi nel Mar Rosso, che incide sulle catene di approvvigionamento e di esportazione di un Paese come l’Italia. Passaggio che Tajani ha chiarito ancora una volta mettendo in luce il fatto che la nuova missione punta a garantire la libertà di trasporto marittimo dallo Stretto di Suez fino allo Stretto di Hormuz. “Il nostro dovere è proteggere queste imbarcazioni con navi della marina militari che sono anche pronte ad utilizzare le armi in caso di attacco di droni o di missili da parte di altre imbarcazioni che possono mettere a repentaglio nostro naviglio mercantile”.

Di Francesco De Palo. (Formiche)