(Roma, 14 gennaio 2024). Hamas ha diffuso un nuovo video in cui appaiono tre ostaggi. Una è Noa Argamani, la 26enne rapita dal « Supernova festival ». Il messaggio conclusivo del filmato fa temere per la loro sorte
Hamas ha diffuso un nuovo video, poco più di una trentina di secondi in cui appaiono tre ostaggi trattenuti da 100 giorni nella Striscia di Gaza: la 26enne Noa Argamani, il 53enne Yossi Sharabi e il 38enne Iti Sabirski. Pare che le tre clip in cui appaiono i prigionieri siano state registrate in luoghi diversi, ma non si sa quanto siano recenti. Il breve girato si conclude con un messaggio: “Il loro destino sarà svelato domani. Il vostro governo sta mentendo”.
La notizia è stata diffusa dal giornale israeliano Haaretz, che ha parlato di una “guerra psicologica” da parte di Hamas e si è rifiutato di condividere il filmato, rispettando dunque la linea adottata dagli organi di informazione dello Stato ebraico che non vogliono fare da cassa di risonanza alla propaganda dei terroristi. Il messaggio con cui si conclude il video potrebbe essere il preludio all’annuncio della morte dei tre ostaggi. Altri sono deceduti nel corso della loro prigionia, a detta dei palestinesi per colpa dei pesanti bombardamenti israeliani. È improbabile che siano stati giustiziati, visto che le circa 130 persone ancora trattenute nella Striscia sono l’unica moneta che Hamas può spendere per ottenere un cessate il fuoco.
Dei tre, l’unica tristemente famosa è Noa Argamani. La studentessa israeliana è stata rapita al “Supernova festival” nel deserto del Negev e il video del suo sequestro ha fatto il giro del mondo. Una clip di dieci secondi diffusa nelle prime ore del massacro del 7 ottobre, in cui si vedeva la giovane in lacrime gridare aiuto e implorare di non essere uccisa, mentre veniva separata dal fidanzato e caricata su una moto. Fino alla sera del 14 gennaio, di lei non si era saputo più nulla.
La diffusione di questo video ha seguito di una settimana quella dell’appello di un altro ostaggio, l’agricoltore 47enne Elad Katzir rapito dal kibbutz di Nir Oz. Il suo filmato è stato condiviso dal Jihad islamico palestinese, l’organizzazione alleata di Hamas nella Striscia. Le immagini mostrano l’uomo in piedi all’interno di una stanza dalle pareti bianche, con la bandiera del gruppo islamista sullo sfondo. Accusa il governo israeliano di “non aver fatto tutto il possibile per il mio rilascio” e chiede a Netanyahu di “fermare questa guerra di sterminio”. Un copione già visto in tutti gli altri video di ostaggi diffusi dall’inizio del conflitto, utilizzati dai terroristi per mettere pressione sul governo di emergenza e facilitare le trattative per una tregua che, ad oggi, Tel Aviv non sembra molto disposta a concedere.
Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)