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I giornalisti nel tunnel di Al Shifa

(Roma, 23.11.2023). Un gruppo di reporter ha visitato i 170 metri che corrono sotto l’ospedale di Gaza, dove Hamas aveva allestito stanze con letti, climatizzatori, bagni e cucina per nascondere i comandanti. Il direttore arrestato, secondo Israele non poteva non sapere

Un gruppo di giornalisti è sceso nel tunnel lungo circa 170 metri che corre sotto l’ospedale di al-Shifa, il più grande complesso medico nella Striscia di Gaza: un ‘mondo’ sottoterra, costruito da Hamas e provvisto di stanze con letti, climatizzazione, bagni e cucinotto.

« Non è chiaro se queste stanze fossero preparate per ricevere ostaggi, ma non c’è dubbio che fossero usate dai comandanti di Hamas, e che i combattimenti fossero diretti da lì negli ultimi round (di scontri), se non anche nella guerra attuale », scrive Yaniv Kubovich, reporter di Haaretz, noto quotidiano progressista.

Quanto alla « domanda se i dirigenti di al-Shifa fossero a conoscenza dei tunnel, delle munizioni e del quartier generale militare viene risolta nel momento in cui si scende nel tunnel con l’Idf – un tratto è lungo 170 metri. Non è possibile che gli amministratori dell’ospedale non sapessero cosa stava succedendo », afferma il giornalista, sottolineando che « si tratta di una lunga rete di tunnel realizzata interamente in cemento armato per difendersi dagli attacchi delle forze armate israeliane, piena di prese di corrente, linee elettriche e apparecchiature di ventilazione. Hamas ha sottratto energia all’ospedale ».

Stamane i militari hanno arrestato il direttore del complesso medico, Mohammad Abu-Salmiya, accusandolo di aver consentito « l’uso dell’ospedale come quartier generale di Hamas ». Israele nelle scorse settimane ha più volte accusato il Movimento islamico di utilizzare gli ospedali come nascondigli e centri di comando per le sue operazioni e il 15 novembre soldati hanno fatto irruzione in una parte del complesso di al-Shifa, rinvenendo armi, munizioni, droni, equipaggiamento e ingressi al sistema di tunnel. Oltre a questo, video delle telecamere a circuito chiuso hanno mostrato immagini di ostaggi portati li’ dopo l’attacco del 7 ottobre e sul posto sono stati trovati uno zaino del Kibbutz Bèeri e un paio di sandali.

L’esercito israeliano ritiene che Hamas abbia altri tunnel a Shifa, ma intende concludere le operazioni presso l’ospedale, anche senza aver perquisito tutto il complesso. Ha pero’ portato centinaia di mine terrestri per distruggere i tunnel sotto l’ospedale: « L’esplosione qui sarà controllata. Non vogliamo danneggiare le strutture circostanti, ma farà molto rumore », ha affermato un soldato citato da Kubovich. Il tunnel di circa 170 metri in cui è entrato il reporter si sviluppa sotto la parte nord-orientale di al-Shifa e, attraverso ingressi, permetteva ai terroristi di Hamas di entrare nella rete senza farsi vedere.

Un accesso è sotto la parte sud-orientale dell’edificio Qatar, che ospita i reparti di medicina interna. Il tunnel è bloccato dal lato che conduce alla via Shifa-Ezz Aldine Al-Qassam, ha ricostruito Haaretz, con foto e piantine. La galleria prosegue verso nord-ovest, virando a destra dopo circa 50 metri. Sempre sotto l’edificio del Qatar, conduce a una stanza dotata di infrastrutture elettriche e di comunicazione, con un bagno dall’altra parte, mentre un lavandino è stato installato più in basso. Dopo pochi metri si apre una grande stanza con letti, tavolo, aria condizionata e un altro bagno. Il tunnel prosegue verso nord-est, dove c’è un altro accesso alla rete attraverso il quale sono stati fatti scendere i giornalisti in visita. Sotto l’edificio del generatore, all’interno del tunnel, è stata installata una centralina elettrica. La galleria prosegue verso via Ibn Sina, ma il passaggio è bloccato. Il portavoce dell’esercito ha spiegato che dall’altra parte della strada – fuori dall’ospedale – è stato trovato un altro tunnel. A questo punto, la galleria sotto l’ospedale gira a sinistra verso nord-ovest, dove si trovava una porta blindata che i militari hanno fatto saltare.

Di Cecilia Scaldaferri. (AGI)

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