(Roma, 02.11.2023). A riferirlo sono stati funzionari statunitensi al Wall Street Journal, secondo cui le trattative tra la compagnia militare russa e il gruppo sciita sarebbero in fase avanzata
La Wagner si trova in Siria da molti anni e suoi uomini sono ancora presenti nonostante il clima di generale smobilitazione della compagnia dopo la morte di Prigozhin. Dal territorio siriano, secondo fonti Usa sentite dal quotidiano Wall Street Journal, potrebbero transitare batterie del sistema antiaereo Sa-22 destinate al movimento sciita libanese degli Hezbollah. Un’indiscrezione al momento non confermata ufficialmente da Washington, ma che avrebbe messo in allarme sia gli Stati Uniti che Israele.
La trattativa tra Wagner ed Hezbollah
Teatro degli incontri tra i paramilitari russi e i miliziani libanesi sarebbero alcune basi in Siria. Qui i due gruppi operano a favore dello stesso governo, quello del presidente siriano Bashar Al Assad. La Wagner infatti è stata usata in alcuni fronti del Paese dal Cremlino, primo alleato di Damasco e di fatto vero « protettore » di Assad. Gli Hezbollah dal canto loro, sono arrivati nel Paese arabo dal Libano già nei primi anni della guerra civile non ancora conclusa.
I miliziani libanesi hanno almeno due motivi per sostenere ancora oggi Assad: in primis, sono sciiti proprio come il presidente siriano e dunque l’alleanza è di carattere religioso e ideologico. Ma in secondo luogo, dietro gli Hezbollah c’è la mano della teocrazia sciita della Repubblica Islamica iraniana, anch’essa alleata di ferro del presidente siriano.
I funzionari Usa sentiti dal Wall Street Journal non sembrano avere dubbi: tra i combattenti della Wagner e i miliziani sciiti è in corso una trattativa per la vendita dei primi a favore dei secondi di un sistema antiaereo. E, in particolare, del sistema Sa-22. Secondo le fonti statunitensi, la trattativa non sarebbe ancora conclusa e le batterie presenti in Siria non sono state ancora cedute al gruppo libanese. Ma presto questa eventualità potrebbe diventare realtà.
Le preoccupazioni di Israele
Ovviamente una notizia del genere non può non incidere sull’attuale turbolento contesto mediorientale. Hezbollah non è al momento parte in causa del conflitto tra Israele e Hamas, ma potrebbe presto diventarlo. Più volte infatti i leader del gruppo, a partire dal numero uno Hassan Nasrallah, hanno minacciato il confinante Stato ebraico di intensificare i lanci di ordigni dal sud del Libano.
In tal modo, per Israele si aprirebbe il tanto temuto secondo fronte. Per la verità, dal 7 ottobre scorso, data dell’attacco di Hamas contro il territorio israeliano, sono stati diversi gli scambi di colpi di artiglieria tra le parti. Forse solo provocazioni da parte di Hezbollah, ma tanto è bastato per costringere il governo di Israele a inviare rinforzi lungo la frontiera con il Libano.
Se il gruppo sciita dovesse dotarsi di un sistema antiaereo, i miliziani potrebbero schermare le proprie basi dagli eventuali attacchi israeliani e quindi ritrovarsi in una posizione di minore debolezza in caso di guerra aperta contro l’esercito dello Stato ebraico. Già nel 2015 il premier Netanyahu aveva denunciato in sede Onu il possibile contrabbando di sistemi antiaerei, tramite Siria e Iran, a favore di Hezbollah.
Di Mauro Indelicato. (Il Giornale)