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Libia: il Consiglio di Stato chiede lo stop alle forniture di petrolio e gas ai Paesi pro-Israele

(Roma, 27.10.2023). I consiglieri hanno ribadito il proprio sostegno ai “fratelli in Palestina fino alla liberazione dei loro territori”

L’Alto consiglio di Stato della Libia ha chiesto di fermare le esportazioni di gas naturale e petrolio, nonché di interrompere i legami con i paesi considerati filo-israeliani. E’ quanto emerge dalla sessione straordinaria del “Senato” libico con sede a Tripoli tenuta ieri e dedicata ai “crimini dell’entità sionista”, ovvero Israele, “contro il popolo palestinese a Gaza, tra cui uccisioni, sfollamenti forzati, genocidio, taglio dell’acqua e dell’elettricità e embargo alle forniture di cibo e forniture mediche”, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa libica “Lana”. Il Consiglio di Stato, una sorta di Camera alta con funzioni prevalentemente consultive ma comunque indispensabili per le decisioni e le nomine più importanti, ha chiesto anche di “boicottare” i prodotti provenienti dagli Stati considerati pro-Israele. I consiglieri hanno ribadito il proprio sostegno ai “fratelli in Palestina fino alla liberazione dei loro territori”. I membri del Consiglio di Stato, molti dei quali sono ex deputati del Congresso generale nazionale, l’ex parlamento dominato dai movimenti islamisti eletto nell’agosto del 2012 e soppresso nel 2024, hanno discusso anche la possibilità di “fornire agli aiuti umanitari e medici urgenti agli abitanti di Gaza”.

Vale la pena ricordare che il 25 ottobre scorso, anche la Camera dei rappresentanti della Libia, il Parlamento eletto nel 2014 e che si riunisce in Cirenaica, nell’est del Paese, aveva minacciato in un comunicato stampa – privo di firma in calce – tutti gli Stati che sostengono Israele, Italia inclusa, di espellere gli ambasciatori e di interrompere le forniture petrolifere. La sera del 17 ottobre, un gruppo composto da un centinaio di manifestanti si era riunito davanti all’ambasciata d’Italia a Tripoli per manifestare contro Israele e contro l’esplosione nell’ospedale al Al Alhi nella Striscia di Gaza. Il corteo, composto per lo più da giovani staccatisi da una dimostrazione nell’attigua Piazza dei martiri, aveva scandito slogan per chiedere la fine immediata della guerra a Gaza, lo stop degli attacchi contro i civili e per denunciare il bombardamento dell’ospedale, la cui responsabilità sembrerebbe tuttavia ricadere a un razzo difettoso lanciato dalla Jihad islamica palestinese. La dimostrazione davanti all’ambasciata d’Italia, vista come il simbolo dell’Occidente e facilmente raggiungibile a piedi dalla Piazza dei martiri, si era poi conclusa senza particolari incidenti.

(Nova News)

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