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Le forze speciali di Kiev in Sudan: così lo scontro con Mosca diventa globale

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Le forze speciali di Kiev in Sudan: così lo scontro con Mosca diventa globale

(Roma, 17.10.2023). Diversi video emersi nell’ultimo periodo testimoniano la presenza di forze speciali ucraine in Sudan, le quali stanno spalleggiando il governo locale nella sua lotta contro i ribelli appoggiati dalla compagnia militare privata russa Wagner” Tale manovra segna l’avvio da parte ucraina di una vera e propria lotta a livello internazionale contro i proxy di Mosca.

La caccia alla Wagner

A settembre la Cnn ha pubblicato un articolo nel quale ha indicato come le forze speciali ucraine abbiano condotto attacchi mediante droni kamikaze contro le Rapid Support Forces (Rsf) in Sudan. La lista di operazioni sinora portate a termine include anche alcuni assalti di terra. Tale informazione è stata successivamente confermata da alcune fonti dell’intelligence ucraina. Kyrylo Budanov, capo del Direttorato Principale dell’Intelligence Ucraina, non ha confermato né smentito la presenza di unità ucraine in loco, limitandosi a commentare: “Un anno fa, ho apertamente detto che tutti i criminali di guerra russi che hanno combattuto, combattono, o pianificano di combattere contro l’Ucraina, verranno puniti ovunque nel mondo”. L’intervento ucraino in Sudan, potrebbe a prima vista apparire come una manovra poco lungimirante, la quale comporta l’impegno di personale che potrebbe essere invece impiegato nella controffensiva attualmente in corso nel sud sud del Paese, ma si tratta in realtà di una manovra volta a negare alla Russia importanti risorse volte a finanziare la sua invasione.

Negli ultimi anni la compagnia militare privata Wagner è risultata uno dei principali strumenti di proiezione della potenza militare russa. L’impiego di mercenari giuridicamente non inquadrati nelle forze armate russe, ha consentito a Mosca di estendere la propria influenza su vaste aree del continente africano senza formali responsabilità. I governi del continente sono risultati i più attratti dai servizi della Wagner, la quale al netto di prestazioni militari non sempre eccellenti, svolge un importante ruolo nella controinsurrezione dei movimenti ribelli locali, non curandosi (a differenza delle nazioni occidentali) del trattamento dei diritti umani operato dai governi che richiedono i suoi servigi. In cambio del supporto nella repressione delle insurrezioni locali, la Wagner ottiene contratti per lo sfruttamento delle risorse naturali locali. Grazie a tali lucrosi contratti, la Wagner è riuscita a generare un business dal valore di miliardi di dollari, il quale sta attualmente contribuendo a finanziare l’invasione russa dell’Ucraina.

Nel caso del Sudan, il gruppo Wagner risulta attivo sin dal 2017 e ha svolto un ruolo molto importante nell’addestramento delle forze sudanesi, ottenendo in cambio contratti per sfruttare le risorse minerarie ed energetiche del paese. La compagnia a seguito del rovesciamento del Presidente Omar Al Bashir ha mantenuto un ruolo rilevante nel paese, il quale tuttavia è stato esercitato con tono più dimesso, collaborando prevalentemente con le Rsf, eredi delle milizie Janjaweed attive durante il brutale conflitto del Darfur. A seguito del golpe del 2021, il ruolo della Wagner nel paese è ulteriormente cresciuto, tramite la concessione di nuovi contratti nel settore della difesa, dell’energia e dell’estrazione di minerali. Nel 2023 le rivalità tra l’esercito regolare sudanese e le Rsf sono esplose in un nuovo devastante conflitto, il quale coinvolge anche la Wagner, schierata dalla parte delle Rapid Support Forces, a dispetto del fatto che l’allora leader della compagnia Yevgheny Prigozhin avesse negato il coinvolgimento dei suoi uomini. L’intervento delle forze speciali ucraine in Sudan risulta quindi finalizzato a negare alla Federazione Russa l’accesso alle ricche risorse del paese, nonché ad indebolire un utile strumento di proiezione della potenza di Mosca.

I possibili impatti dell’intervento ucraino

L’intervento delle forze speciali ucraine risulta potenzialmente in grado di generare una forte ricaduta sul conflitto, in particolar modo sotto il profilo tattico. Le precedenti guerre civili che avevano interessato il Sudan erano state in buona parte combattute nei deserti, lontane dai centri urbani, salvo alcuni casi quali la Battaglia di Omdurman del 2008. Durante tali conflitti l’esercito sudanese ha fatto un ampio uso della propria aviazione per distruggere le linee di rifornimento e le concentrazioni di armi e truppe dei ribelli, mentre questi ultimi hanno fatto largamente ricorso a tattiche di guerriglia per tenere in scacco le forze armate, superiori in termini di uomini e mezzi. Le milizie Janjaweed nascevano proprio come strumento impiegato dal governo sudanese per combattere “il fuoco con il fuoco”, data la loro maggiore mobilità, flessibilità e attitudine a combattere nel deserto.

A seguito dello scoppio del conflitto le Rsf hanno sfruttato la loro superiore mobilità per scatenare devastanti battaglie urbane nelle quali l’esercito regolare non ha potuto impiegare al meglio la propria superiorità in termini di mezzi corazzati. Le forze armate sudanesi hanno pertanto cercato di sfruttare al massimo la propria superiorità aerea, ma anche in questo caso i ribelli sono riusciti a districarsi abilmente tramite l’utilizzo di sistemi anti aerei spalleggiabili (Manpads) e tramite il sistematico danneggiamento delle basi aeree nel paese. La guerra è pertanto entrata in una fase di stallo apparente, con le forze regolari che pur avendo impedito la presa del potere da parte dei ribelli, non riescono a distruggerne la forza combattente.

L’intervento ucraino può pertanto rivelarsi molto utile per le forze armate sudanesi. Le Forze Speciali di Kiev hanno infatti svolto un importante ruolo nel respingere l’invasione russa, dimostrando grande abilità nell’impiego dei droni e nella guerra urbana. Tali competenze saranno certamente funzionali allo sforzo dei regolari sudanesi. Gli attacchi mirati tramite l’impiego dei droni kamikaze possono infatti intercettare i pick up dell’Rsf in ambiente urbano con estrema precisione, evitando contestualmente l’impiego della potenza aerea dell’esercito, il quale potrà essere utilizzato su altri fronti. Le forze speciali ucraine sono inoltre altamente mobili e pertanto molto funzionali nelle battaglie urbane, dove risulta essenziale la capacità di disperdere le proprie forze in piccoli gruppi e sbaragliare il nemico in combattimenti casa per casa.

L’internazionalizzazione del conflitto russo ucraino

L’invasione russa dell’Ucraina rappresenta uno dei conflitti maggiormente rilevanti di sempre, in virtù della grande potenza militare dei contendenti e della loro rilevanza nell’economia mondiale. Se a livello diplomatico numerose nazioni presentano un grado di coinvolgimento piuttosto elevato nel conflitto, fornendo armi ed assistenza economica alle due nazioni coinvolte, lo scontro a livello cinetico è sinora rimasto confinato al territorio di queste ultime. I primi segnali di una possibile internazionalizzazione della guerra si sono avuti già nell’aprile 2022, quando il Consigliere Presidenziale ucraino Oleksii Arestovych ha asserito che Kiev potrebbe prendere il controllo della regione laddove il governo moldavo lo richiedesse. L’arrivo delle forze ucraine in Sudan segnala la volontà da parte di Kiev di contrastare la proiezione della potenza russa anche in altri teatri, al fine di negare a Mosca l’accesso a risorse atte a finanziare le sue attività militari. Tale operazione potrebbe rappresentare solo il primo passo verso una più ampia lotta a livello internazionale alle attività della Federazione Russa, nella quale il rilevante know how acquisito dalle forze di Kiev potrebbe rappresentare un prezioso bene nelle mani delle forze ostili a Mosca.

Di Giovanni Chiacchio. (Inside Over)