Kiev: «droni russi caduti in Romania», Bucarest smentisce

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Droni russi di tipo Shahed sarebbero caduti in territorio rumeno, Paese UE e membro della NATO, nel corso del massiccio attacco lanciato da Mosca la notte scorsa nella zona del porto fluviale di Izmail, in Ucraina. A sostenere tale ipotesi che getta ulteriore tensione nel conflitto in corso sono state le guardie di frontiera ucraine ed il capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba, sostenendo di avere delle prove. Bucarest ha però «smentito categoricamente», annunciando di «monitorare» la situazione.

La vicenda viene seguita con molta attenzione dalle cancellerie alleate di Kiev, che puntano a evitare un’ulteriore escalation e ad allontanare il rischio di trascinare la Nato direttamente nel conflitto a difesa di un alleato. «Penso che in questo caso particolare le autorità rumene stiano studiando tutti gli aspetti di quanto accaduto», ha spiegato Kuleba al termine di una conferenza stampa, ripresa dai media ucraini. «Inutile negare che lì sia caduto qualcosa. Affermiamo in modo autorevole che si sia trattato di droni Shahed e abbiamo delle prove fotografiche», ha poi aggiunto il ministro degli Esteri.

La notte scorsa le truppe di Mosca hanno lanciato «32 droni Shahed», contro il sud e il sud-est dell’Ucraina, ha precisato l’esercito ucraino. In totale, secondo la stessa fonte, 23 sarebbero stati distrutti dalla difesa antiaerea, mentre gli altri avrebbero colpito i loro obiettivi.

Da parte sua il governatore regionale di Odessa, Oleg Kiper, ha deplorato che «in diverse località di Izmail, magazzini, macchine agricole e attrezzature industriali sono stati danneggiati», senza tuttavia causare vittime. Il porto di Izmaïl sul Danubio, vicino alla Romania, è diventato un passaggio importante per le esportazioni ucraine dopo il ritiro di Mosca dall’accordo sui cereali lo scorso luglio. E per questo, da allora, è diventato obiettivo ricorrente degli attacchi russi. Ma il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, sostiene di aver colpito un impianto di costruzione navale ucraino nella parte nord-occidentale del Mar Nero, dove venivano assemblate droni marini con componenti importati.

Quanto accaduto nelle scorse ore ricorda da vicino le tensioni vissute a fine novembre dello scorso anno quando un missile che si pensava appartenesse alle forze di Mosca cadde in territorio polacco, facendo temere uno scivolamento verso la Terza Guerra mondiale. Poi le circostanze successive chiarirono che si trattava di un missile della contraerea ucraina che aveva sbagliato rotta.