Gabon: golpe fotocopia di quello in Niger ma senza bandiere russe

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(Roma, 31.08.2023). Dopo il Niger, colpo di stato anche in Gabon: la Guardia Presidenziale depone il presidente e istituisce il CTRI

In Gabon si è replicato esattamente quanto avvenuto in Niger meno di un mese fa: il capo della guardia repubblicana, il generale Brice Oligui Nguema, e i suoi uomini hanno improvvisamente deposto e arrestato il presidente, Ali Bongo, confinandolo nella sua residenza. La famiglia, invece, si troverebbe in un’altra località. Poco dopo i militari regolari si sono uniti al golpe annunciando in diretta tv nazionale di aver preso il potere. La neo Giunta, chiamata Comité pour la Transition et la Restauration des Institutions (CTRI), ha annullato le presidenziali appena vinte nuovamente da Bongo e ha sciolto tutte le istituzioni. Inoltre, ha tolto il coprifuoco diurno, ma ha lasciato le restrizioni al traffico dei veicoli. La scusa del colpo di stato è molto simile a quella di Niamey: “l’attuale ‘regime’ è responsabile del continuo deterioramento della coesione sociale, che rischia di portare il Paese africano nel caos”. Già ne 2019 la Guardia Repubblicana tentò un golpe in Gabon con la “Operation Dignity”, guidata dal tenente Kelly Ondo Obiang, ma il tentativo fallì. Lui fu arrestato e alcuni membri del suo gruppo vennero uccisi. Non si esclude, perciò, che l’uomo possa essere liberato dai suoi compagni e avere un ruolo nella nuova Giunta.

Il golpe, l’ottavo colpo di stato in un ex colonia francese in 3 anni, è la fotocopia di quello in Niger, ma senza bandiere russe

Il golpe in Gabon è l’ottavo in un’ex colonia francese negli ultimi tre anni. Lo schema è sempre lo stesso: minare la credibilità di Parigi e dei partner occidentali del Paese africano, al fine di sostituirli con attori diversi. A differenza del Niger, però, non sono ancora apparsi bandiere russe o slogan inneggianti a Vladimir Putin. La Francia e diverse Nazioni come gli USA e il Regno Unito hanno condannato l’iniziativa e hanno chiesto l’immediato rilascio del presidente eletto democraticamente. Per l’Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affermato alla riunione informale dei Ministri della Difesa dell’Unione Europea che “c’è preoccupazione perché ogni volta che si destabilizza un paese africano, penso al Sahel, al Niger, al Gabon, aumenta l’insicurezza per l’Europa, con il rischio di insediamenti di terroristi, criminali e trafficanti di esseri umani e di armi. L’Unione Europea deve diventare un protagonista politico per affrontare molti dei problemi che adesso non sembrano toccare i cittadini europei, ma che in breve tempo possono diventare decisivi. Quanto sta accadendo in Africa impone un impegno e un approccio diverso. Sempre più urgente si rivela la necessità di costruire una politica comune che favorisca una vera crescita economica, che costruisca percorsi democratici e le migliori condizioni affinché i popoli africani non debbano più scappare dalla povertà, dalla fame, dalle guerre”.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)