Sudan: il generale Dagalo «è morto», polemiche per le parole dell’ambasciatore in Libia

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(Roma, 27.08.2023). Il diplomatico ha sottolineato che l’informazione sulla presunta morte del generale “Hemeti”, artefice del tentato golpe del contro il presidente Consiglio sovrano di transizione, nonché capo dell’esercito, Abdel Fattah al Burhan, sarebbe attendibile, ma non ha chiarito la data del sospetto “omicidio”

Il comandante delle Forze di supporto rapido (Rsf) del Sudan, Mohamed Hamdan Dagalo, sarebbe stato ucciso. A dirlo è stato l’ambasciatore sudanese in Libia, Ibrahim Mohamed Ahmed, in dichiarazioni televisive che hanno scatenato un’ondata di polemiche tra i sudanesi nelle ultime ore. Il diplomatico ha sottolineato che l’informazione sulla presunta morte del generale “Hemeti”, artefice del tentato golpe del contro il presidente Consiglio sovrano di transizione, nonché capo dell’esercito, Abdel Fattah al Burhan, sarebbe attendibile, ma non ha chiarito la data del sospetto “omicidio”. L’ambasciatore he negato che l’informazione sia stata condivisa dal presidente Al Burhan, con il quale Ahmed ha detto di non aver avuto alcun contatto.

L’emittente televisiva di proprietà saudita “Al Arabiya” riferisce che molti utenti sudanesi sui social network hanno definito “irresponsabili” le parole dell’ambasciatore, chiedendone l’immediato licenziamento perché “non idoneo a rappresentare il Paese”. Il Sudan è scivolato in una guerra civile tra l’esercito regolare e Rsf dallo scorso mese di aprile. Più volte sono circolate indiscrezioni – sempre smentite – sull’uccisione sia di Dagalo che di Al Burhan. Finora le mediazioni regionali e internazionali non sono riuscite ad arrivare a un cessate il fuoco sostenibile, nonostante gli avvertimenti delle Nazioni Unite secondo cui il conflitto “crea una situazione umanitaria di emergenza di enormi proporzioni”.

(Nova News)