(Roma, 23.08.2023). E’ imperativo un governo unificato per portare la Libia alle elezioni. Lo ha detto il rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), Abdoulaye Bathily, nel suo briefing tenuto ieri al Consiglio di sicurezza. E’ la prima volta che il politico senegalese dell’Onu parla in modo esplicito dell’insediamento di un nuovo esecutivo al posto dell’attuale Governo di unità nazionale (Gun) ed è una doccia gelata per il premier ad interim al potere a Tripoli, Abdulhamid Dabiaba. “La Libia ha più che mai bisogno di chiudere l’attuale pagina di frammentazione istituzionale. I cittadini desiderano istituzioni politiche, militari, di sicurezza, economiche e sociali unificate per salvaguardare l’integrità territoriale e l’identità nazionale del Paese”, ha detto l’inviato Onu, condannando gli scontri armati tra milizie rivali avvenuti a Tripoli la scorsa settimana e costati la vita a 55 persone. “Questi sviluppi sottolineano l’assenza di comando e controllo sul frammentato apparato di sicurezza nella Libia occidentale e lo stato precario della situazione della sicurezza. Questo mina gli sforzi in corso per coltivare un ambiente di sicurezza favorevole alle elezioni ed evidenzia l’urgenza dell’istituzione di autorità legittime e di istituzioni militari e di sicurezza unificate nel Paese”, ha aggiunto Bathily.
Secondo l’inviato delle Nazioni Unite, “il mantenimento della stabilità della Libia è ancora più critico ora alla luce dei recenti scontri a Tripoli, dei disordini regionali in Sudan e Niger e dei combattimenti che hanno avuto luogo nella regione del Tibesti, nel sud, pochi giorni fa, tra l’esercito ciadiano ed elementi armati. Gli eventi attuali in Libia e nella regione dimostrano che gli accordi provvisori rischiano di portare violenza e divisioni. È fondamentale ripristinare la stabilità della Libia per preservare la sicurezza regionale”. Il capo dell’Unsmil poi ha avvertito che “senza un accordo politico inclusivo che apra la strada a elezioni pacifiche, inclusive e trasparenti in tutta la Libia, la situazione peggiorerà e causerà ulteriori sofferenze al popolo libico”. A tal riguardo, Bathily ha lanciato un “appello alla responsabilità politica e morale di tutti i leader di porre fine agli accordi provvisori a tempo indeterminato, rompere l’attuale impasse e smettere di frustrare la legittima aspirazione dei libici alle elezioni, alla pace e alla prosperità”.
Anche la delegata degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Linda Greenfield, ha detto che Washington è pronta a sostenere “la formazione di un governo tecnico e tecnocratico il cui unico compito sarebbe quello di portare il paese a elezioni libere ed eque”. Secondo la diplomatica statunitense, le tensioni a cui Tripoli ha recentemente assistito, ciò che sta accadendo in altri Paesi come il Niger e il Sudan, oltre alla presenza di mercenari Wagner in Nord Africa, sono motivo di “profonda preoccupazione” per gli Usa. “Il popolo libico merita il cambiamento, merita il progresso, merita la speranza. E spetta ai leader libici agire e ottenere risultati. Esortiamo tutti i partiti a lavorare per le elezioni: un passo fondamentale, atteso da tempo, che favorirà la stabilità e la prosperità”, ha aggiunto.
Da parte sua, il rappresentante della Francia presso le Nazioni Unite, Francois Delattre, ha detto che la Libia deve ripristinare la propria legittimità politica e devono svolgersi le elezioni il più presto possibile. I libici hanno il diritto di scegliere i propri governanti tramite elezioni e i recenti avvenimenti – ovvero gli scontri tra gruppi armati rivali a Tripoli – confermano la necessità di unificare gli apparati militari e di sicurezza. “La Francia incoraggia la missione dell’Onu a continuare a lavorare in cooperazione con tutte le parti interessate per organizzare elezioni trasparenti ed eque”, ha aggiunto Delattre, sottolineando che la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco firmato a ottobre 2020 e il mantenimento della sicurezza sono “una questione necessaria e indispensabile”. Per il rappresentante permanente del Regno Unito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, James Kariuki, “chiunque minacci la stabilità del Paese nordafricano sia sottoposto a sanzioni” e che “i leader politici libici lavorino in modo costruttivo con l’inviato Onu per procedere verso le elezioni”. Kariuki ha inoltre affermato: “La Libia continua a soffrire per la mancanza di progressi tangibili sul piano politico”, sottolineando che i violenti scontri a Tripoli della settimana scorsa “confermano ancora una volta l’importanza di tenere delle elezioni libere”.
Il rappresentante russo alle Nazioni Unite, dal canto suo, ha detto che da oltre dieci anni la Libia non riesce a riprendersi dalle conseguenze che sono derivate dagli interventi militari di alcuni Paesi della Nato, che hanno distrutto l’economia e l’integrità territoriale del Paese. “I numerosi tentativi di ricostruire il Paese finora non hanno avuto il successo sperato: la Libia è sempre più divisa, a causa del conflitto di interessi contrastanti da parte di Paesi stranieri e per la mancanza di un sostegno neutrale e coordinato da parte della comunità internazionale”, ha detto, riconoscendo alcuni sviluppi positivi come l’unificazione delle due banche centrali, che hanno lavorato separatamente dal 2014. “L’organizzazione di elezioni parlamentari libere e trasparenti è fondamentale, perché contribuirebbe a porre fine all’instabilità, avviando al contempo una ripresa: chiediamo a tutti gli attori del Paese di lavorare in buona fede per raggiungere questo obiettivo”, ha continuato, aggiungendo che “sta alla popolazione libica decidere come e quando organizzare le elezioni, senza interferenze da parte di attori esterni”. La Russia, ha aggiunto, è consapevole della complessità di questo processo, e farà “tutto il possibile per promuovere una cooperazione costruttiva tra le parti: allo stesso tempo, siamo preoccupati per le azioni di alcuni Paesi occidentali, che stanno cercando di sfruttare la situazione in Libia per i propri obiettivi geopolitici, soprattutto nel campo degli idrocarburi”.