Missili anti-aerei riciclati: così Kiev colpisce il territorio russo

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(Roma, 22.08.2023). Sin dall’inizio del confitto l’esercito ucraino ha fatto un largo uso di soluzioni “alla MacGyver” volte a cagionare pesanti danni alle forze russe a fronte di uno scarso dispendio di risorse. Per far fronte alla sua temporanea carenza di sistemi missilistici a lungo raggio, le forze di Kiev stanno riutilizzando vecchi missili anti aerei riadattati al nuovo scopo.

I missili S-200

I sistemi missilistici S-200 appartengono alla categoria dei Surface to air missile (Sam), impiegata al fine di intercettare aeromobili e missili balistici nemici. Tali sistemi sono entrati in servizio nel 1967 e dispongono di un range operativo pari a 300 km, un’altitudine massima di 40mila metri e una velocità pari a Mach 4. Il missile presenta una testata pesante 90 kg e costituita da piccole sfere d’acciaio, altamente funzionali a distruggere obbiettivi volanti. Il sistema di propulsione è formato da un primo stadio composto da quattro booster a propellente solido e un successivo stadio a propellente liquido. Nel corso degli anni tali sistemi sono progressivamente divenuti obsoleti, in virtù della difficoltà nell’intercettare obbiettivi a bassa quota e dell’impossibilità di montare i missili su piattaforme mobili. In particolare in Ucraina il missile è ricordato per l’abbattimento di un Tupolev Tu-154 civile russo durante un’esercitazione, errore che costò la vita a 78 persone. Gli S-200 in virtù della propria obsolescenza vennero ritirati dal servizio attivo dalle forze ucraine nel 2013, ma già cinque anni dopo il Vice Ministro della Difesa Ivan Rusnak annunciò l’intenzione di rimettere in attività tali sistemi.

L’impiego in guerra

I sistemi S-200 dispongono di un radar che copre un vasto tratto di cielo, pertanto inadatto a guidare una traiettoria rivolta verso la superficie. Gli specialisti ucraini sono però riusciti a riprogettare il sistema di guida del missile al fine di renderlo idoneo a colpire obbiettivi terrestri. Grazie alle modifiche i sistemi S-200 sono quindi stati trasformati in un missile balistico a lungo raggio “de facto”, avente un elevato range operativo pari a ben 600 km.

L’elevata velocità dei missili, unita all’elevato raggio, ha consentito di impiegare gli S-200 al fine di colpire diverse strutture logistiche russe, supportando la campagna di logoramento ucraina a danno delle forze di Mosca. La conversione di sistemi missilistici anti aerei in missili balistici a lungo raggio non risulta essere una novità nel presente conflitto, in quanto vi sono già state diverse occasioni in cui le forze russe hanno già impiegato sistemi Sam S-300 come missili balistici.

Utilità e problemi

La principale funzionalità dell’impiego degli S-200 come missili balistici a lungo raggio consiste nella preservazione degli stock di Tochka-U, in costante diminuzione a causa del conflitto. L’Ucraina al momento presenta evidenti carenze relative ai sistemi missilistici a lungo raggio, risultando in buona parte dipendente dall’Occidente su tale fronte. A tal proposito è più che mai necessario preservare al massimo le rimanenti scorte di tali missili, impiegando al massimo munizioni circuitanti a lungo raggio, o sistemi anti aerei riconvertiti.

D’altro canto gli S-200 presentano però una testata non adatta a distruggere obbiettivi terrestri fortificati e perciò essi stessi presentano possibilità di impiego piuttosto limitate, tuttavia non è da escludere che gli specialisti ucraini riescano ad adattarne anche la testata, incrementando notevolmente le possibilità di impiego del sistema stesso. In ultima analisi, l’Ucraina sta attualmente sviluppando i propri sistemi missilistici a lungo raggio, i quali tuttavia necessiteranno di diversi mesi per la produzione su vasta scala. I sistemi S-200 riconvertiti, possono quindi rappresentare un’efficace soluzione di medio termine, consentendo alle forze ucraine di colpire in profondità le linee russe sino all’arrivo dei nuovi missili.

Di Giovanni Chiacchio. (Inside Over)