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Siria, Israele, Palestina. Le manovre dell’Iran in Medio Oriente

(Roma, 11.08.2023). Il leader di Hezbollah si sarebbe incontrato con uno dei vertici dei pasdaran per discutere delle evoluzioni securitarie nella regione. Molteplici i temi trattati, dal confronto con gli Usa al sostegno alla Palestina. Mentre Israele minaccia di riportare il Libano “all’età della pietra”

Secondo quanto riportano alcuni media israeliani ed arabi, nei primi giorni di agosto il generale di brigata Esmail Qaani, comandante della Forza Quds (la branca del Corpo della Guardia della Rivoluzione Islamica responsabile di tutte le operazioni all’estero), si sarebbe incontrato a Beirut, con il segretario di Hezbollah Hassan Nasrallah. Come capo della Quds, Ghaani è il responsabile dei collegamenti con le milizie filo-iraniane e con tutti gli altri attori che rientrano nel cosiddetto “Asse di Resistenza”, compreso ovviamente il partito libanese guidato da Nasrallah e la sua organizzazione paramilitare. Non è chiaro quali siano stati i temi discussi nell’incontro tra i due esponenti sciiti; tuttavia, alcuni analisti del Critical Threat Project hanno provato a individuare le dinamiche più di rilievo per Teheran e la sua milizia affiliata nel quadrante di operazione levantino.

Come, ad esempio, le tensioni registrate nella Siria orientale tra le Syrian Democratic Forces (Sdf), milizie antigovernative sostenute da Washington, e coloro che sostengono invece il regime guidato da Bashar al-Assad, compresi Iran ed Hezbollah. Nelle ultime settimane le Sdf sono state accusate congiuntamente da Mosca, Damasco e Teheran di pianificare un’offensiva all’interno dei territori sotto il controllo del regime. Queste accuse, anche se infondate, sarebbero finalizzate a giustificare l’ulteriore dispiegamento di forze lungo la linea di contatto da parte di questi attori con lo scopo di forzare il ritiro dei contingenti statunitensi dalla Siria. Anche gli effettivi di Hezbollah sono stati coinvolti in questo dispiegamento, con il presunto compito di attaccare i soldati statunitensi presenti nel paese in caso di un’escalation militare.

Ma Hezbollah non è l’unica carta di cui l’Iran dispone in Siria. Vi sono innumerevoli milizie locali che, in cambio di risorse e finanziamenti, decidono di seguire le direttive impartite loro da Teheran. Lo stesso Ghaani, nei giorni precedenti all’incontro con Nasrallah, si era recato nella provincia di Deir Ez Zor per un’ispezione. Con il rinfiammarsi delle tensioni con Washington e i suoi alleati lungo la linea di contatto siriana, le forze Quds hanno deciso di rinforzare le proprie proxies presenti nel settore. È infatti di questi giorni la notizia diffusa da alcuni media siriani secondo cui un’importante clinica della città di Hatla, gestita e finanziata proprio dai pasdaran, avrebbe interrotto il sostegno medico a chiunque non avesse legami con le milizie filo-iraniane. Come risultato, gran parte delle famiglie locali ha fatto unire i figli maschi a queste milizie, nella speranza di recuperare l’accesso alle cure ancora più vitale in un contesto difficoltoso come quello della Siria dilaniata dalla guerra civile.

Le tensioni continuano ad essere alte anche lungo il confine tra Israele e Libano. Dal giugno di quest’anno, Hezbollah sta lanciando una serie di provocazioni armate contro la linea di demarcazione, episodi che incrementano sensibilmente il rischio di un escalation militare con conseguenze drammatiche. Lo sa bene il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, il quale in una dichiarazione pubblica rilasciata l’8 agosto afferma che lo scoppio di un conflitto tra Tel Aviv e sarebeb così distruttivo da “riportare il Libano all’età della pietra”. Gli scontri tra militanti palestinesi residenti nei campi profughi siti nella stessa area e le forze armate israeliane rendono la situazione ancora più delicata, pur none essendo direttamente collegata alle azioni di Hezbollah.

Tuttavia, le due fazioni musulmane potrebbero essere in contatto per altre questioni. Secondo quanto rivelato dal leader della guerriglia palestinese Zayed Nakleh, il gruppo guidato da Nasrallah avrebbe stretto contatti con le milizie palestinesi per fornire equipaggiamenti e informazioni ai gruppi presenti in Cisgiordania. Dopo che i raid israeliani del luglio scorso hanno minato profondamente le capacità operative di questi gruppi, Teheran ritiene fondamentale supportare la ripresa di un alleato così importante nella sua lotta contro il suo nemico giurato. E non potrebbe esserci intermediario più adatto che il gruppo sciita libanese fedele agli Ayatollah.

Di Lorenzo Piccioli. (Formiche)

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