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Niger: situazione sempre più tesa tra golpisti, ECOWAS e (forse) l’Iran

(Roma, Parigi, 05.08.2023). Situazione sempre più tesa in Niger tra golpisti, ECOWAS e (forse) l’Iran. Con l’avvicinarsi della scadenza dell’ultimatum la frattura tra i 2 blocchi si acuisce. Inoltre, sembra che Teheran abbia inviato un emissario a Niamey per discutere di uranio

La situazione in Niger dopo il golpe è sempre più tesa e, a pochi giorni dalla scadenza dell’ultimatum di ECOWAS, la frattura tra i due blocchi si amplia. Da una parte c’è l’organismo regionale, vicino all’Occidente, che si prepara a ogni opzione – compresa quella militare – per re-insediare il presidente Mohamed Bazoum. E’, infatti, in crescita il numero dei membri che ha annunciato la propria partecipazione a un’eventuale offensiva contro i militari responsabili del colpo di stato nel Paese africano. Inoltre, i ministri della Difesa del consesso sono in riunione d’emergenza permanente, seppur continuano a cercare il dialogo. Dall’altra, i golpisti non sembrano voler cedere e nelle scorse ore hanno inviato emissari in Mali e Burkina Faso, vicini alla Russia, per consolidare le alleanze promesse dalle Giunte delle due Nazioni. Inoltre, secondo indiscrezioni media si starebbe affacciando un nuovo attore: l’Iran. A Teheran interessa molto l’uranio prodotto dal Niger e avrebbe inviato a Niamey un alto funzionario: si parla addirittura del comandante della Forza Quds, il generale Esmail Qaani. Al momento, però, non ci sono conferme ufficiali sulla notiizia.

Le ambasciate occidentali continuano ad evacuare il personale non essenziale e i connazionali, temendo escalation di violenza. Le celebrazioni dell’indipendenza, però, sono state pacifiche

Nel frattempo, l’ambasciata statunitense in Niger ha cominciato a evacuare il personale diplomatico non essenziale e le famiglie. Allo stesso modo il Regno Unito ha usufruito del supporto francese per permettere ai propri cittadini che lo desideravano di lasciare il Paese africano. Parigi ha effettuato negli ultimi giorni quattro voli di emergenza per rimpatriare i propri connazionali e altri cittadini internazionali, in base al principio di reciprocità: la Nazione che ha una maggiore influenza e presenza in un’area solitamente fornisce assistenza agli altri partner per quanto riguarda l’esfiltrazione dei civili. La comunità internazionale teme un’improvvisa escalation di violenza, alimentata da sobillatori professionisti, come quella avvenuta la scorsa settimana e che ha visto l’ambasciata francese assaltata da civili. Unico dato positivo: nelle scorse ore a Niamey ci sono state le celebrazioni per i 63 anni dell’indipendenza del Niger dalla Francia e, nonostante una grande affluenza popolare, non si sono registrati incidenti. La situazione, però, resta tesa. Non sono sfuggite, infatti, le numerose bandiere russe esibite dai partecipanti all’evento e gli slogan pro-Putin.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)

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