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L’asse Roma-Parigi cruciale per la ricostruzione dell’Ucraina

(Roma, 20.07.2023). Questo il tema al centro della missione di Pierre Heilbronn, inviato speciale dell’Eliseo per gli aiuti e la ricostruzione ucraina, in questi giorni nella Capitale per incontri bilaterali

Intensificare ulteriormente la collaborazione con Roma per aiutare la ricostruzione ucraina in modo più « efficace » e « impattante ». È l’obiettivo della missione di Pierre Heilbronn, inviato speciale dell’Eliseo per gli aiuti e la ricostruzione ucraina, oggi e domani nella Capitale per incontri bilaterali: non solo alla Farnesina, ma presso quelle istituzioni (tra queste Confindustria, Sace e Fao) che, a vario titolo, saranno coinvolte nella difficile impresa di rimettere in piedi un paese tuttora teatro di conflitto.

Incontrando la stampa prima del giro di consultazioni, Heilbronn ha evidenziato come l’Italia sia « un attore imprescindibile per la ricostruzione », per il ruolo che gioca in Europa ma anche in vista della sua prossima presidenza del G7 (nel 2024). « Francia e Italia – ha puntualizzato – sono in completa sintonia sul fatto che la ricostruzione (per un paese che si appresta ad entrare nell’Ue) abbia un’importanza strategica e debba anche darsi obiettivi ambiziosi ».

I due paesi, ha spiegato, stanno già pienamente collaborando nella ‘cabina di regia’ per la ricostruzione ucraina, sia in ambito Ue che in ambito di G7. Una ricostruzione che, ha tenuto a chiarire, « è già in atto » nonostante il conflitto: « non c’è dicotomia tra ‘prima’ e ‘dopo’ la guerra, la ricostruzione (in Ucraina) è ora, anche se questo non si percepisce all’esterno ».

Gli aiuti elargiti per ricostruire infrastrutture distrutte (per esempio ponti, strade e ferrovie) hanno già fatto la differenza perché gli ucraini, dice Heilbronn, « non perdono tempo » e puntano a  ripristinare subito ciò che è stato colpito.

Anche a fronte dell’uscita di Mosca dall’accordo per esportare il grano ucraino, « Francia e Italia – ha ribadito – sono chiamate a coordinarsi sempre più e sempre meglio ». Che sia per rafforzare la via del Danubio come corridoio alternativo a quello del mar Nero, o per aiutare il tessuto civile prostrato dal conflitto, o trovare gli strumenti più adatti ad accompagnare le rispettive aziende in Ucraina, « la prospettiva è quella di rafforzare il nostro coordinamento dentro le ‘piattaforme’ (create per l’aiuto alla ricostruzione) per aumentare l’impatto dei nostri interventi ».

Di Susanna Bonini. (AGI)

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