(Roma, 04.07.2023). Per nascondere l’operazione, nella corrispondenza aziendale interna, finita nelle mani di un gruppo di giornalisti investigativi, i droni Shahed vengono definiti “barche”
Nella zona economica libera “Alabuga”, situata nella regione del Tatarstan, è stato avviato l’assemblaggio dei droni iraniani Shahed. La fabbricazione sarebbe stata avviata sulla base dell’accordo di franchising stipulato con l’Iran. Attualmente tutta la componentistica è fornita dall’Iran. Per nascondere l’operazione, nella corrispondenza aziendale interna, finita nelle mani di un gruppo di giornalisti investigativi, i droni Shahed vengono definiti “barche” e l’Iran – Bielorussia.
Si prevede di interrompere prima l’importazione dei corpi dei droni dall’Iran e successivamente anche delle componenti elettroniche, poiché i moduli e i processori GPS possono essere acquistati sulla piattaforma cinese Aliexpress. Per ora l’Iran continuerà a fornire la testata del drone, la più difficile da fabbricare. In 2-3 anni, “Alabuga” prevede di interrompere completamente le consegne di componenti dall’Iran.
Ora, nella prima fase della cooperazione, l’hangar per la produzione di droni iraniani occupa 40.000 metri quadrati, ovvero circa sei campi da calcio. I giornalisti investigativi sono a conoscenza del coinvolgimento di studenti, anche stranieri, per la fabbricazione di Shahed.
Inoltre, secondo l’accordo tra le parti, da marzo gli specialisti di “Alabuga” stanno seguendo corsi di formazione presso le imprese iraniane. In totale, più di 200 persone verranno addestrate in Iran.