Quale sarà il futuro di Prigozhin e dei vertici militari in Russia ?

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(Roma, 27.06.2023). Prigozhin, nonostante i dubbi sulla veridicità del golpe, è diventato un eroe per la popolazione e per la base militare in Russia

L’anomalo golpe in Russia di Evgenij Prigozhin e del suo gruppo Wagner, fermato dallo stesso autore dopo una mediazione con il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko nonostante i suoi uomini si trovassero a circa 200 chilometri da Mosca, è stato interpretato in vari modi. Alcuni analisti affermano che si è trattato di un escamotage del presidente Vladimir Putin per sostituire la leadership militare, in pieno stile “Active Measures”. Altri, invece, lo ritengono un evento reale, destinato a cambiare il futuro della Russia e a influire su quello di Putin. Di certo c’è, comunque, un elemento poco attenzionato dai media: il futuro di Prigozhin, esiliato in Bielorussia. Il capo della Wagner con la marcia su Mosca si è cucito addosso i galloni di eroe sia per i militari sia per la popolazione del suo Paese, guadagnandosi il rispetto diffuso su entrambi i fronti, come dimostrano i numerosi video con applausi e attestati di stima ai contractors, diffusi sui social media.

Il capo della Wagner con le sue azioni è ora considerato un vero patriota e ha guadagnato così una sorta di immunità

Prigozhin, infatti, ai militari ha mostrato di essere un vero leader. Qualcuno pronto a esporsi in prima persona e senza esitazioni contro l’establishment corrotto (ma da cui dipende) pur di proteggerli e tutelarli. Alla popolazione, invece, ha dimostrato di essere un vero patriota, capace di fermarsi per evitare di spargere sangue innocente. Entrambi sono elementi che hanno una forte presa sulla società russa e che, deception o realtà, avranno un peso importante sul futuro del Paese. Peraltro, lo “chef” di Putin si è assicurato un ulteriore vantaggio: se dovesse essere ucciso, diventerebbe in automatico un martire e sarebbero in molti quelli che sfiderebbero Mosca per vendicarlo, anche a rischio della vita. Di conseguenza, ha guadagnato una sorta di immunità, almeno momentanea. Infine, ma non meno importante, con le sue azioni ha mostrato ai nemici che non è così complesso arrivare nella capitale, a differenza di quanto si pensasse. Perciò, non è escluso che nei prossimi giorni possano esserci nuovi tentativi di attacchi o di azioni di sabotaggio da parte di gruppi pro-Ucraina.

La marcia su Mosca ha anche alimentato le fratture tra popolazione e soldati con i vertici militari, mostrando la loro vigliaccheria. I social scommettono che Shoigu e Gerasimov saranno sostituiti da Dyumin e Surovikin

Prigozhin ha anche causato (volontariamente o meno) un effetto importante: ha ampliato ulteriormente la crepa tra i soldati e la popolazione nei confronti dei vertici militari della Federazione. Questi ultimi, già considerati corrotti e incapaci, sono stati tacciati di essere anche vigliacchi, in quanto non hanno esitato a fuggire e a nascondersi dietro a Putin pur di non affrontare direttamente la Wagner. Di conseguenza, non è escluso che il presidente russo non decida a breve di sostituirli. A riguardo, sui canali social vicini a Mosca e all’“Operazione Militare Speciale” circolano voci su chi potrebbe prendere il loro posto. In particolare, si fanno due nomi: il generale Aleksey Dyumin quale ministro della Difesa e il generale Sergej Surovikin come Capo di Stato Maggiore Generale. Il primo è stato il vice comandante del GRU, l’intelligence militare che ebbe un ruolo chiave nell’annessione della Crimea alla Russia, e capo della guardia presidenziale di Putin. Si vocifera anche che una volta abbia salvato la vita a Putin. Il secondo, invece, è il comandante delle Forze Aerospaziali russe e attualmente guida la campagna in Ucraina. Entrambi sono fedelissimi del presidente e godono di ampio rispetto all’interno delle forze armate di Mosca. Inoltre, lo stesso Prigozhin non li ha mai attaccati; di conseguenza, si può affermare che abbia di loro una considerazione diversa, rispetto a quella relativa agli altri vertici militari. Al momento, comunque, quelle sulla loro nomina sono solo voci.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)