Mistero su Budanov: il capo degli 007 ucraini «in coma». Kiev smentisce, ma a Berlino si parla del ricovero

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(Roma, 18.06.2023). È dal 29 maggio che non parla e non appare in pubblico, neppure in video. E chi sostiene che le sue condizioni di salute sono ottime e sta lavorando, non porta prove. Il capo dei servizi segreti ucraini, Kyrylo Budanov, uno dei più giovani generali della storia delle forze armate di Kiev, eroe della guerra del Donbass dal 2014, ideatore degli attentati a giornalisti e blogger russi e pianificatore di sabotaggi e incursioni come il camion bomba che ha fatto saltare il ponte di Kerch in Crimea, da settimane non esce allo scoperto per smentire le notizie sulla propria morte e neppure sul ricovero in un ospedale militare a Mitte, centro di Berlino, con danni al cervello per una ferita alla testa. Al centralino delle emergenze non risulta un paziente con il suo nome e la sua data di nascita. Ma potrebbe essere registrato sotto falsa identità.

Il quotidiano tedesco “Stern” cita fonti anonime ospedaliere, per cui Budanov verserebbe «in stato comatoso» dopo l’attacco missilistico di quel 29 maggio che a Kiev avrebbe centrato l’ufficio accanto al suo, nel quartier generale dei servizi denominato “l’Isola”, in zona Rybalsky. Sarebbe stato estratto dalle macerie e trasferito d’urgenza in elicottero alla base di Rzeszow, in Polonia. Da qui, un aereo speciale, un C-21A americano decollato da Ramstein, lo avrebbe portato a Berlino. Il volo sarebbe stato tracciato da Flightradar. La notizia è stata diffusa qualche giorno fa (e rilanciata ieri) dall’agenzia di stampa moscovita Ria Novosti, basandosi su fonti dell’Fsb, erede del Kgb sovietico, che riferirebbero voci interne al Gru, il servizio di cui Budanov è (era ?) a capo.

Le notizie

I corrispondenti dell’agenzia hanno cercato di parlare coi medici tedeschi a Berlino, ma i rappresentanti dell’ospedale si sarebbero rifiutati di commentare, e avrebbero vietato le riprese. I media russi aggiungono che i medici non sanno se saranno in grado di salvare colui che per la Russia e il Cremlino è il nemico pubblico numero 2, secondo soltanto a Zelensky, e per il quale un tribunale russo ha chiesto l’arresto come terrorista. Da parte ucraina le smentite sono finora indirette o non risolutive. L’altro ieri, Zelensky ha detto di avere convocato il Consiglio di Guerra con i «nostri comandanti, i generali Syrsky, Tarnavsky, Shaptala, Zaluzhny» (anche lui dato per morto dalla Ria Novosti, ma vivo e vegeto). Solo dopo aver illustrato i progressi dell’offensiva sul campo, ha precisato «e c’era anche Budanov», quasi che lo avesse dimenticato. Eppure, il capo dei servizi è sempre tra i primi a essere citato nelle informative militari. Il suo portavoce, Andriy Yusov, alle prime notizie sul ferimento giovedì scorso, ha eluso le domande dicendo che «non c’è bisogno di rispondere alle fake news».

Le smentite

Il 5 giugno, un’altra smentita l’ha confezionata il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione, stigmatizzando che già si parlasse di «preparativi per la sepoltura» nel centro nazionale “Casa ucraina”. E sei giorni dopo, il ministero della Difesa ha condiviso un video, che non aveva riferimenti temporali, in cui «il maggior-generale Budanov» compare alla sua scrivania, al lavoro, per mezzo minuto con la scritta: «I piani amano il silenzio». L’altro ieri, ancora Yusof dichiarava a Tv Marathon che il suo capo era «in buona forma, decisamente in salute, e lavora con passione». Un portavoce del governo tedesco conferma che su Budanov «circolano fake». Un altro “centro decisionale” delle forze armate di Kiev sarebbe stato centrato ieri, secondo Mosca, dai missili russi. Il presidente Zelensky però insiste: «Riconquistiamo posizioni, possiamo vincere». E mentre Putin dà credito ai piani di piace della delegazione africana giunta ieri a San Pietroburgo («Ha una posizione equilibrata»), Kiev la boccia perché il suo unico «obiettivo sembra essere quello di sottrarre Putin al Tribunale dell’Aja». Ma sempre da Mosca ieri parte un altro messaggio apparentemente disponibile ad accettare le proposte di alcuni piani di pace: «Sì, alcuni sono credibili, ma è Kiev che li blocca», dice la portavoce del Cremlino. Biden, infine, esclude agevolazioni all’ingresso dell’Ucraina nella Nato: «Kiev dovrà soddisfare tutti gli standard ».

Di Marco Ventura. (Il Mattino)