(Roma, 16.04.2023). « Dal punto di vista tecnico, l’ultimo test nucleare è stato effettuato in Kazakhstan nel 1998. Ripeto: 1998. Qual è lo stato di quell’arsenale atomico ? »
La minaccia nucleare posta dalla Russia nel contesto del conflitto in Ucraina per tentare di scongiurare un maggiore coinvolgimento dei partner internazionali di Kiev “è un bluff”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, in un’intervista al quotidiano spagnolo “La Razon”. “Ci stanno bombardando, distruggendo le nostre infrastrutture, trattando i civili come nemici, attaccando ospedali, scuole, etc. Quale sarebbe il livello successivo? Hanno già usato missili in Moldova, razzi sono caduti in Polonia. Penso che la minaccia nucleare sia un bluff”, ha detto il ministro. “Dal punto di vista tecnico, l’ultimo test nucleare è stato effettuato in Kazakhstan nel 1998. Ripeto: 1998. Qual è lo stato di quell’arsenale atomico? Cina e India hanno già inviato al Cremlino un chiaro monito contro l’uso di armi nucleari. È l’ultima linea rossa del mondo. E dove userebbero tali armamenti ? In mare, sui monti, nelle città, in prima linea?”, ha aggiunto Reznikov.
“L’Occidente ha vissuto a lungo nel dogma di non provocare la Russia. È diventata una realtà tangibile nel 2008, durante il vertice Nato di Bucarest. C’era una possibilità molto reale che l’Ucraina e la Georgia diventassero nuovi membri. Gli statunitensi erano favorevoli, così come la maggior parte degli europei. È stata la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a opporsi e a convincere gli altri”, ha affermato il ministro. “Poi è arrivata l’invasione e l’occupazione di alcune regioni della Georgia. Poi sarebbero arrivati gli avvelenamenti di Salisbury (avvenuti nel 2018 in Regno Unito), le esplosioni nella Repubblica Ceca e in Bulgaria, l’occupazione della Crimea nel 2014, Luhansk e Donetsk… Di nuovo, la stessa dottrina: non provocare la Russia”, ha proseguito Reznikov. “Il secondo errore è stato credere che se ci fosse stato uno scontro militare, un piccolo esercito sovietico ne avrebbe affrontato uno molto più grande e sarebbe stato sconfitto. Bene”, ha aggiunto sarcasticamente.
In merito alla controffensiva attesa da parte dell’Ucraina in primavera per tentare di liberare i territori conquistati dalla Russia, il ministro ha spiegato: “Posso dirvi che l’obiettivo finale dell’Ucraina in questa guerra è liberare tutti i territori temporaneamente occupati dalla Russia fino ai confini riconosciuti a livello internazionale nel 1991, tra cui Crimea, Luhansk e Donetsk. Era il nostro obiettivo nel 2014. Più dell’80 per cento degli abitanti dei Paesi dell’Alleanza Atlantica lo sostiene”. “L’estate scorsa ho avvertito che il pericolo della stanchezza rispetto alla guerra nel resto d’Europa e negli Stati Uniti poteva essere una minaccia reale. Mi ha fatto molto piacere vedere che non è stato così. Gli alleati vogliono partecipare alla nostra vittoria”, ha concluso il ministro ucraino.