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La risposta di Putin alla NATO: esercitazioni militari a sorpresa nel Pacifico

(Roma, 14.04.2023). La Russia ha annunciato, a sorpresa, manovre di allerta nell’Oceano Pacifico. Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha affermato che, su ordine di Vladimir Putin, la flotta del Pacifico, con base a Vladivostok, in Estremo Oriente, lavorerà “con breve preavviso” sull’addestramento al combattimento in zone di mare “vicine e lontane”.

Durante queste esercitazioni, saranno effettuati addestramenti per “respingere massicci attacchi aerei, cercare e distruggere sottomarini”, nonché per condurre siluri, cannoni e missili. A detta di Shoigu, le richiamate manovre mirano a “rafforzare le capacità delle forze armate per respingere un attacco”. L’ammiraglio Nikolai Evmenov, che guida la flotta russa, sarà responsabile della supervisione.

Non è finita qui, perché Mosca effettuerà verifiche sulla stabilità e la prontezza all’uso dei sottomarini della medesima flotta del Pacifico. Il capo dello Stato maggiore russo, Valerij Gerasimov, è stato chiaro: “Una particolare attenzione dovrebbe essere prestata al dispiegamento tempestivo delle forze navali nelle aree di formazione dei gruppi, nonchè all’accumulo di forze di combattimento di difesa aerea”.

Le notizie delle mosse del Cremlino arrivano in un momento particolare, di tensione massima con l’Occidente, e mentre la Cina annuncia la visita in Russia del proprio ministro della Difesa, Li Shangfu, che sarà in programma dal 16 al 19 aprile.

La mossa non annunciata

A quanto pare, insieme ai lanci di missili, le esercitazioni annunciate da Mosca coinvolgeranno anche bombardieri strategici con capacità nucleare e altri aerei da guerra, oltre all’aviazione navale della flotta del Pacifico. Le misure adottate durante l’esercitazione includono il monitoraggio delle azioni degli organi di comando militari, l’impegno degli aerei del comando delle forze aeree a lungo raggio e del Distretto Militare Orientale e il monitoraggio e la verifica dello stato delle forze costiere, ha detto Shoigu.

“Durante l’esercitazione, i comandanti dei gruppi di controllo devono organizzare la pratica delle opzioni di utilizzo dei gruppi interforze, tenendo conto del loro equipaggiamento con armi moderne e impiegando nuove forme e metodi di azione delle truppe”, ha detto. “In tutte le fasi, è necessario garantire il rigoroso rispetto dei requisiti di sicurezza e la custodia di armi e munizioni, ed escludere qualsiasi danno ai beni dello Stato”, ha quindi concluso Shoigu.

Come ha sottolineato l’Associated Press, l’esercito russo ha concentrato la maggior parte delle sue forze in prima linea in Ucraina, ma ha anche continuato a condurre esercitazioni regolari in tutta la Russia per addestrare le sue forze e dimostrare la loro prontezza.

Nello specifico, il ministro Shoigu ha osservato che lo scenario delle manovre in Estremo Oriente prevede una risposta al tentativo di un avversario di sbarcare sull’isola di Sakhalin e sulle isole Curili meridionali. Ricordiamo che il Giappone rivendica i diritti territoriali sulle Curili, che Tokyo chiama Territori del Nord, e che la Russia ha rafforzato la sua presenza militare in loco, negli ultimi anni, dispiegandovi aerei da combattimento avanzati, missili anti-nave e sistemi di difesa aerea.

Mosca nel Pacifico

Nel corso dell’ultimo anno il dinamismo militare russo in Asia, e più in generale nel quadrante del Pacifico, è cresciuto in concomitanza con l’avvicinamento diplomatico tra Russia e Cina.

Lo scorso settembre navi da guerra cinesi e russe hanno intrapreso il secondo pattugliamento navale congiunto nell’Oceano Pacifico, poco dopo le esercitazioni strategiche Vostok 2022 guidate dal Cremlino. A dicembre, i bombardieri strategici russi e cinesi hanno effettuato manovre congiunte, sempre sul Pacifico. Durante una missione di otto ore, i bombardieri russi Tu-95 “Bear” e i bombardieri cinesi H-6K hanno sorvolato il Mar del Giappone e il Mar Cinese Orientale, in una traiettoria di volo che ha tra l’altro spinto la Corea del Sud e il Giappone a far decollare i caccia in risposta.

Lo scopo di simili esercitazioni coincide con il rafforzamento della cooperazione sino-russa, nonché con la volontà dei due Paesi di contenere le eventuali mosse degli Stati Uniti e dei loro partner regionali, come Giappone e Corea del Sud.

Di Federico Giuliani. (Il Giornale/Inside Over)

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