(Roma, 11.04.2023). Mosca smentisce: « Un’altra bufala ». Intanto l’Onu conferma che sono quasi 8.500 i civili uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa
Le notizie sui presunti piani dell’Egitto di fornire « segretamente » migliaia di missili alla Russia sono « un’altra bufala » e vanno trattate di conseguenza. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. In precedenza, il Washington Post, citando un documento dell’intelligence statunitense trapelato sui social, ha scritto che l’Egitto di Al Sisi aveva pianificato di inviare segretamente fino a 40 mila razzi alla Russia. « Sembra un’altra bufala, come ce ne sono molte ora, quindi è così che dovrebbero essere trattate tali notizie », ha commentato Peskov.
L’Egitto « pianificava segretamente di fornire alla Russia 40 mila razzi », secondo quanto rivelano i documenti militari top secret statunitensi trapelati nelle ultime settimane sui social e poi sui media internazionali. I dettagli stanno ancora emergendo, ma secondo i file analizzati dal Washington Post, l’Egitto aveva pianificato la fornitura in segreto di circa 40 mila razzi alla Russia all’inizio della guerra.
Si presume che il presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, abbia ordinato la produzione e il trasporto delle armi, nonostante sia uno dei più stretti alleati di Washington in Medio Oriente.
Una parte di un documento top secret, datato 17 febbraio, riassume presunte conversazioni tra Sisi e alti funzionari militari egiziani, a cui il leader egiziano ordina di mantenere segreta la produzione e la spedizione dei razzi « per evitare problemi con l’Occidente ».
Chiamato a commentare la notizia, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zeid, ha affermato che « la posizione del Cairo, fin dall’inizio della crisi, si basa sul non coinvolgimento e sull’impegno a mantenere equidistanza con entrambe le parti, pur affermando il sostegno dell’Egitto alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale ». « Continuiamo a sollecitare entrambe le parti a cessare le ostilità e raggiungere una soluzione politica attraverso i negoziati », ha ribadito il portavoce.
Intanto, l’Onu ha reso noto che sono quasi 8.500 civili sono rimasti uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa . Lo hanno riferito le Nazioni Unite, che temono pero’ che la guerra abbia causato altre migliaia di vittime non verificate. Secondo i dati forniti dall’Ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani i morti sono 8.490 e i feriti 14.244, cifre che potrebbero essere sono « la punta dell’iceberg » a causa dell’accesso limitato alle zone di battaglia.
La maggior parte delle morti è stata registrata nel territorio controllato dal governo ucraino, tra cui 3.927 morti nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Mariupol (regione di Donetsk), Lysychansk, Popasna e Sievierodonetsk (regione di Lugansk) sono le aree in cui vi sono segnalazioni di numerose vittime civili impossibili o difficili da verificare.