«È stato avvelenato». I dubbi sulla salute di Kadyrov

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La stampa moldava riporta l’indiscrezione di un giornalista kazako di un presunto avvelenamento del leader ceceno, assente al discorso di Putin sullo stato della nazione del 21 febbraio scorso. Cosa c’è di vero ?

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, luogotenente di Vladimir Putin nella regione caucasica, sarebbe stato avvelenato, secondo alcune voci rimbalzate nei media est-europei nelle ultime ore. Il giornalista kazako Azamat Maitanov lo ha rivelato sul suo canale Telegram e a riprendere la notizia è stata l’agenzia moldava Timpul. « È per questo motivo che Kadyrov era assente nel discorso di Vladimir Putin sullo stato della nazione russa », ha scritto il portale di Chisinau, in queste ultime settimane molto attento a ogni mossa proveniente dalla Russia.

Problemi renali per Kadyrov

Kadyrov, 46 anni, avrebbe « gravi problemi di salute, e molto probabilmente problemi renali », ha rivelato Ahmed Zakayev, il rappresentante dei separatisti ceceni dell’autoproclamato governo dell’Ichkeria. I problemi in questione lo avrebbero portato a sospettare un avvelenamento e a rivolgersi a un nefrologo negli Emirati Arabi Uniti temendo che a Mosca ci potessero essere dei professionisti desiderosi di non curarlo adeguatamente.

Della notizia mancano, ad ora, conferme. Ma se Kadyrov fosse stato davvero avvelenato si tratterebbe del secondo caso tra le colonne cecene che sostengono la Russia e sono protagoniste della guerra in Ucraina. Il 13 febbraio il leader ceceno ha dichiarato sul suo canale Telegram che il comandante delle forze cecene in Ucraina Apty Alaudinov è stato avvelenato con una lettera impregnata da un agente tossico. Chiaramente l’eventuale avvelenamento di Kadyrov avrebbe una portata ancora più dirompente e colpirebbe direttamente il cerchio magico di Putin.

Lo scontro con Prigozhin

Dalla capitale cecena Grozny e da Mosca non sono arrivate ad ora né conferme né smentite della notizia ripresa dall’agenzia moldava. Nelle ultime settimane Kadyrov è stato impegnato in un braccio di ferro con un altro falco bellicista russo, Yevgeny Prigozhin, comandante della Wagner. Nelle ultime settimane, nota l’Institute for the Studies of War, « Kadyrov sembra aver rifiutato le aperture del fondatore del Gruppo Wagner a unirsi a una rinnovata campagna informativa contro il ministero della Difesa russo, suggerendo che tale campagna potrebbe non riuscire a ripristinare l’influenza calante di Prigozhin ».

Kadyrov probabilmente ha rifiutato di unirsi al rinnovato attacco informativo di Prigozhin « perché i suoi legami formali con il Cremlino e la sua posizione nel governo russo sono più vantaggiosi di qualsiasi relazione politica con Prigozhin ». L’ultima dichiarazione di peso del proconsole ceceno di Putin è avvenuta il 20 febbraio scorso, quando ha esaltato l’avanzata delle forze cecene nella regione di Belogorovka, nel Lugansk, e la conquista di alture strategiche che hanno consentito di avvicinarsi alla ferrovia che porta alla città di Seversk. Da allora il misterioso oblio del leader ceceno. Su cui ora piomba l’ipotesi dell’avvelenamento: ennesimo torbidio in una Russia nel pieno del suo caos politico interno.

(Il Giornale)