Armi e petrolio: come la Russia ha costruito la sua influenza in Africa

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(Roma, 18.02.2023). Il commercio di armi ha permesso alla Russia di diventare una partner utile all’Africa. Il Cremlino sfrutta la presenza nel continente per rispondere all’isolamento occidentale, e aumenta le vendite di prodotti petroliferi sotto embargo

I piani di molti paesi europei per il distacco energetico dalla Russia – e in particolare dell’Italia – prevedono un rafforzamento dei legami con le nazioni africane produttrici di idrocarburi. Un affidamento eccessivo a questo continente potrebbe però rappresentare un rischio politico, visto che proprio Mosca è diventata negli anni una “partner utile” agli stati d’Africa, ha scritto il Financial Times.

PROMESSE NON RISPETTATA, MA INFLUENZA ACCRESCIUTA

Al primo vertice Russia-Africa, svoltosi a Sochi nell’ottobre del 2019, il presidente russo Vladimir Putin promise che avrebbe raddoppiato l’interscambio commerciale con i paesi africani nel giro di cinque anni. Sono passati poco più di tre anni, ma quella promessa non si è materializzata: nel 2021 (gli ultimi dati disponibili) il commercio russo con l’Africa è valso 15,6 miliardi di dollari, un decimo degli scambi tra il continente e la Cina.

Eppure l’influenza della Russia in Africa è cresciuta lo stesso, favorita soprattutto dalle forniture di armi. Dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, inoltre, i rapporti politici ed economici con gli stati africani sono serviti al Cremlino per spingere la narrazione che Mosca possiede delle “alternative” all’Occidente che l’ha sanzionata, ha spiegato Eleonora Tafuro, analista dell’ISPI, al Financial Times.

PRIMA LA POLITICA, POI GLI AFFARI

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si è recato recentemente in visita in Mali, in Sudafrica e in Angola; l’anno scorso è stato in Egitto, in Congo, in Uganda e in Etiopia, e si è riunito ad Addis Abeba con i rappresentanti degli stati membri dell’Unione africana.

Secondo l’accademico russo Kirill Babaev, Mosca ha adottato un approccio “prima la politica” nei confronti dell’Africa, volto cioè a dare priorità alla cooperazione politica piuttosto che a quella economica; quest’ultima, a suo dire, è “una conseguenza naturale” della prima.

BREVE STORIA DELLA PRESENZA DELLA RUSSIA IN AFRICA

La presenza diplomatica della Russia in Africa non è nuova, in realtà: risale al periodo dell’Unione sovietica e al processo di decolonizzazione, durante il quale Mosca finanziò i movimenti di liberazione sudafricano, angolano e mozambicano, tra gli altri. Il collasso dell’URSS nel 1991 causò poi un allentamento di questi legami, ripristinati negli anni 2000 grazie agli investimenti delle società statali russe (la gasifera Gazprom e la mineraria Alrosa, in particolare) in paesi come l’Angola e la Nigeria.

Dal 2012, anno della rielezione di Putin alla presidenza della Russia, si è infine assistito all’espansione (pur controversa) nel continente della banca statale russa VTB Bank.

LA RUSSIA COME SOVVERTITRICE

Secondo Joseph Siegle, analista dell’Africa Center for Strategic Studies, la Russia non ricerca l’egemonia politica-economica in Africa – non possiede risorse sufficienti a competere con la Cina o con l’Unione europea sugli investimenti -, ma svolge piuttosto un ruolo di “sovvertitrice”, andando contro gli interessi occidentali.

Per esempio, in Repubblica centrafricana, la presenza del gruppo Wagner (vicino al Cremlino) e di altre milizie private ha permesso a Mosca di garantirsi una presenza nel paese e accedere ai ricchi depositi di oro e diamanti. Non è chiaro, tuttavia, se e in che quantità i profitti delle estrazioni minerarie finiscano nelle casse dello stato russo, o se vengano invece utilizzati per finanziare le operazioni della Wagner.

LA RUSSIA È LA PRIMA ESPORTATRICE DI ARMI ALL’AFRICA

La Russia è nettamente la prima esportatrice in Africa di armi: questo tipo di commercio è gestito da Rosoboronexport, l’agenzia statale che svolge una funzione di intermediaria per le esportazioni e importazioni russe.

Tra il 2010 e il 2021 le esportazioni di armi russe in Africa sono state tre volte più grandi di quelle della Cina, la seconda classificata, stando a uno studio dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (SIPRI).

Il paese africano che acquista più armi dalla Russia è l’Algeria, seguita a distanza dall’Angola, dalla Libia e dalla Nigeria.

IL COMMERCIO DI PETROLIO

Messe da parte le armi, nell’ultimo anno circa si è registrato un aumento significativo delle esportazioni di petrolio russo verso l’Africa. Lo scorso dicembre, ad esempio, la Russia ha inviato 214.000 barili al giorno di prodotti petroliferi verso il continente, all’incirca tre volte tanto i valori del dicembre 2021.

Le spedizioni di raffinati hanno raggiunto principalmente la Tunisia, il Marocco e la Nigeria. Gli analisti di settori si aspettano un aumento delle vendite dopo il divieto dell’Unione europea all’acquisto di prodotti petroliferi russi, entrato in vigore il 5 febbraio scorso.

Di Marco Dell’Aguzzo. (Start Magazine)