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Asse Italia-Francia sui missili: cosa svela l’accordo sugli Aster

(Roma, Parigi, 30.01.2023). La Francia ha annunciato nella giornata odierna la conclusione dell’accordo con l’Italia per la fabbricazione di altri 700 missili antiaerei Aster di media portata: è quanto si legge in una nota diffusa dal Ministero francese della Difesa, sottolineando che Parigi e Roma condividono una comune volontà: quella di “modernizzare e stabilizzare le loro capacità terrestri e navali di difesa antiaerea”.

Il recente incontro a Roma tra il ministro della Difesa del governo Meloni, Guido Crosetto, e l’omologo francese Sebastien Lecornu, ha prodotto le condizioni per una svolta nel dibattito sugli Aster di cui si era parlato nei giorni scorsi. Nessun missile sembra, per ora, destinato a essere coinvolto nei futuri pacchetti di armi destinati all’esercito ucraino. L’accordo ha prospettiva industriale di sistema per lo sviluppo congiunto dell’industria della Difesa dei due Paesi e avrà un valore di 2 miliardi di euro.

L’Aster è infatti prodotto da Eurosam, un consorzio industriale italo-francese che vede il 33% in mano al colosso transalpino Thales e una quota analoga in mano alla filiale italiana di Mbda e alla sua corrispettiva francese. Mbda, lo ricordiamo, è un consorzio che al 37,5% è in mano alla francese Airbus, per una quota analoga controllata dalla britannica British Aerospace e per il 25% dell’italiana Leonardo.

La produzione congiunta riguarderà gli Aster 15, gli Aster 30 B1 e anche l’ultima versione Aster 30 B1NT. Gli stabilimenti che potrebbero essere interessati da questo sviluppo industriale sono quelli di Thales e Mbda a Bourges e Selles-Saint-Denis e quello italiano di Mbda a La Spezia.

La mossa rilancia il partenariato industriale italo-francese su un piano di parità nelle commesse e nella gestione industriale. Crosetto, figura molto vicina alle istanze del “partito francese” ben radicato nell’industria della Difesa, ha spuntato con Lecornu un patto bilaterale complementare a quello concluso con Regno Unito e Giappone con il Gcap, programma aereo per il caccia di sesta generazione. E se l’alleanza Gcap ha valenza strutturale strategica, quella sugli Aster segna perlomeno una presa di posizione tattica: l’industria della Difesa italiana non abbandona il fronte europeo pur avendo preso commesse fondamentali sul fronte atlantico e globale.

“Pivot” di questa complementarietà resta il duo Leonardo-Mbda Italia, in cui si plasma la convergenza tra capitali e know-how italiani e francesi. Parlando di Difesa comune europea l’ad di Mbda Italia, Lorenzo Mariani, dato in pole per un’eventuale successione a Alessandro Profumo a Piazzale Montegrappa, ha recentemente elogiato la linea di Crosetto sulla necessità di internazionalizzare le filiere della Difesa italiana. Di recente messa alla prova con i nuovi accordi siglati con l’Algeria a latere della visita transmediterranea di Giorgia Meloni.

In vista della cessione all’Ucraina di un sistema Samp-T italo-francese, la mossa sulla commessa degli Aster lascia presagire che Roma e Parigi non vogliano lasciare sguarnite le loro difese aeree. E che intendano mettere in campo quella cooperazione industriale paritaria necessaria per dare impulso economico e strategico al rapporto militare nella Difesa. La linea-Crosetto, fondata sulla valorizzazione del fronte industriale e produttivo, vuole portare anche valore aggiunto, commesse e occupazione oltre che un rafforzamento dell’apparato militare del sistema-Paese. Nella fase aperta dalla guerra in Ucraina, la Difesa è sempre più un investimento e sempre meno un costo. E la scelta tra filiere atlantiche e filiere europee si può trasformare in complementarietà di sistema. Rendendo l’Italia centrale e decisiva. Sempre più globale anche nelle filiere che riguardano l’espansione militare nazionale.

Di Andrea Muratore. (Il Giornale/Inside Over)

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