Il Qatargate risveglia la memoria dei deputati: corsa alle dichiarazioni di viaggi e regali

0
209

Si allunga la lista di europarlamentari che stanno registrando fuori tempo massimo le trasferte pagate da terzi. Metsola rompe la tradizione e pubblica la lista dei doni

L’inchiesta sulla corruzione al Parlamento europeo sembra aver rinfrescato la memoria a tanti deputati che avevano ‘dimenticato’ di dichiarare regali e viaggi offerti da organizzazioni o istituzioni estere. Gli europarlamentari dovrebbero infatti dichiarare agli uffici dell’Eurocamera « la partecipazione a un evento organizzato da terzi » quando questi coprono totalmente o parzialmente le spese di viaggio, vitto e alloggio della trasferta. Le dichiarazioni vanno fatte « entro l’ultimo giorno del mese successivo all’ultimo giorno » del viaggio in questione. Regole analoghe si applicano ai doni ricevuti. Ma diversi eurodeputati non avrebbero osservato le norme interne.

A fare il punto delle ‘dimenticanze’ più curiose è stato il giornale belga Le Soir, il primo a riportare i dettagli sul caso Qatargate assieme al settimanale fiammingo Knack. « Tra i ritardatari c’è Maria Arena, che aveva omesso di specificare di essersi recata a Doha a spese del Qatar », ha ricordato il quotidiano di Bruxelles con riferimento all’eurodeputata non coinvolta nel caso Qatargate ma considerata vicina ad Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare italiano in carcere dal 9 dicembre e da qualche giorno collaboratore di giustizia. Ma Arena non è l’unica. Anche Tom Vandenkendelaere, esponente dei Cristiano democratici fiamminghi, « ha recentemente introdotto sei moduli per i viaggi all’estero », ha aggiunto Le Soir.

Ma il caso più clamoroso è quello della presidente in carica del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che una settimana fa ha dichiarato cinque trasferte le cui spese sono state parzialmente coperte da terzi. « Solo che questi viaggi sono stati fatti a maggio, giugno e ottobre 2022 », ha fatto notare il quotidiano belga. La politica maltese « è quindi, per quanto riguarda il codice deontologico dei deputati, fuori tempo massimo ». La dichiarazione tardiva è arrivata nelle stesse ore in cui Metsola ha presentato le linee guida di una riforma interna al Parlamento europeo per evitare che si ripetano i casi di corruzione.

Nella lista dei viaggi registrati tardivamente c’è una trasferta di tre giorni in Israele con due notti in albergo pagate dallo Stato ospitante, un altro viaggio a Davos dello scorso maggio su invito di una fondazione filantropica ucraina con alloggio offerto per una notte di permanenza e una notte a Copenaghen ospite della fondazione ‘Alleanza delle democrazie’. Metsola ha recentemente dichiarato anche di aver beneficiato di una notte in hotel a Beaune, in Borgogna, su invito della Confrérie des chevaliers du Tastevin, una confraternita di degustatori di vino. « Durante la cerimonia al Castello Clos de Vougeot è stata nominata ‘Dame’ dell’organizzazione, titolo che lei menziona come « attività non retribuita » nella sua dichiarazione di interessi finanziari », ha precisato Le Soir.

Lo staff di Metsola ha precisato che la presidente non si è dimenticata di dichiarare i viaggi, bensì ha omesso le registrazioni per una consuetudine dell’istituzione. Il presidente dell’Aula, secondo questa tradizione, sarebbe esentato dalla dichiarazione dei viaggi. Tuttavia, ha aggiunto un portavoce, « abbiamo deciso che anche noi dovevamo seguire questa regola. Per dare l’esempio, per amore della trasparenza ».

Nelle stesse ore in cui Le Soir riportava i viaggi recentemente dichiarati dall’ufficio di presidenza, il giornale Politico ha pubblicato una lista di doni che Metsola ha ricevuto nei mesi scorsi contestando alla politica maltese di « aver mancato il termine entro il quale i deputati europei dovevano dichiarare le loro donazioni in relazione a 125 degli articoli sulla sua lista ». L’elenco comprende in totale142 doni, tra cui un modellino di torre d’oro ricevuta dal politico marocchino Naam Mayara, un abito bianco con ricami dorati donatole da Fawzia Zainal, ex presidente del Parlamento del Bahrain, una sciarpa ricevuta dalla prima ministra francese Elisabeth Borne, auricolari wireless di marca Sennheiser ricevuti dal Bundestag tedesco, ma anche « Champagne, cioccolatini, biscotti, torte e salsicce secche » che « sono stati serviti nel corso delle funzioni del Parlamento », ha riportato Politico.

Ma l’ufficio di presidenza ha risposto a muso duro a queste ultime accuse bollando l’articolo come « fuorviante e sbagliato ». « I doni ricevuti dall’ufficio della presidente non sono per la presidente nella sua qualità di eurodeputato, ma per il Parlamento europeo. La presidente, in qualità di rappresentante dell’istituzione, li accetta » e « non conserva nessuno dei doni, ma rimangono in Parlamento. L’ubicazione di ciascun regalo nei locali del Parlamento è elencata nella dichiarazione del regalo », si legge in risposta alle accuse. Dunque « i doni sono esposti regolarmente ai visitatori a Strasburgo e si uniscono, se del caso, alla collezione artistica dell’istituzione ». Infine, ci ha tenuto a precisare la presidenza, « la prassi consolidata e l’interpretazione delle regole da parte dei precedenti presidenti è stata quella di dichiarare tutte le donazioni alla rinfusa alla fine del loro mandato », perciò « sviluppando questa nuova pratica di pubblicare tutti i regali online, si vuole dare un esempio positivo ».

(Europa Today)