Siria: la Russia congela le pattuglie joint con la Turchia in Kurdistan

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FILE - This Saturday, Feb. 22, 2020 file photo, a Turkish military convoy moves in Idlib province, Syria. A summit meeting between the Turkish and Russian leaders scheduled for Thursday, March 5, 2020, may be the last chance to work out a deal that avoids a calamity in Syria's northwest. Faced with mounting losses for his troops in Syria and a potential wave of refugees fleeing fighting in northwestern Syria, Turkish President Recep Tayyip Erdogan is eager for a cease-fire and Vladimir Putin is ready to bargain. (AP Photo/Ghaith Alsayed, File)

(Roma, 29 novembre 2022). La Russia congela le pattuglie joint con la Turchia in Kurdistan. Mosca non vuole essere coinvolta nel conflitto tra Ankara e i curdi. Intanto, le TAF intensificano i raid contro i centri di comando e controllo e le fonti di rifornimento delle SDF

La Russia ha interrotto le attività di pattugliamento congiunto con la Turchia nel nord della Siria. La causa è l’escalation di violenza nel quadrante, alimentata dall’operazione Claw-Sword di Ankara, che coinvolge da Kobani a Qamishli e che ha come obiettivo formale la neutralizzazione del PKK nell’area. Secondo fonti locali, i militari di Mosca non vogliono rischiare di essere coinvolti nel conflitto tra le TAF e i curdi, che finora è stato limitato essenzialmente a raid aerei e ad attacchi con l’artiglieria, ma che presto potrebbe coinvolgere le truppe sul terreno. Non a caso, la Turchia ha intensificato gli strike per eliminare i centri di comando e controllo delle SDF vicino al confine e le possibili fonti di rifornimento per la loro prima linea di difesa. Le manovre terrestri, infatti, anche se non ci sono conferme ufficiali potrebbero prendere il via già i primi giorni di dicembre.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)